Nel 2011 si torna ai livelli pre-crisi

La ricchezza in possesso delle famiglie italiane è tornata a crescere nel corso del 2009. Dopo il calo del 2008, la crescita media annua tra il 2003 e il 2009 è stata del 4,5%, un dato riconducibile al forte legame che unisce la ricchezza delle famiglie italiane con le attività immobiliari, e patrimonio totale ha toccato il picco massimo storico di 9.480 miliardi di euro.
Tuttavia, nella composizione del portafoglio degli investitori il peso delle attività finanziarie è calato, passando dal 42% del 2003 al 37% del 2009, per un valore di 3.480 miliardi di euro, concentrato per il 73% in risparmio amministrato e circolante e per il 27% in prodotti di risparmio gestito.
Questo è quanto emerso dal rapporto stilato dall’Osservatorio Permanente sulla Gestione del Risparmio delle Famiglie Europee, denominato «Orfeo», lanciato nei mesi scorsi da PriceWaterhouseCoopers con la collaborazione dall’Università di Parma, e affidato a Giacomo Neri e Gino Gandolfi.
Il rapporto sottolinea come nel 2009 il settore del risparmio gestito abbia raggiunto un valore di patrimonio promosso pari a 1.466 miliardi di euro, con un peso del 35% per la clientela istituzionale e del 65% per quella private e retail. Questo dato mostra quindi un’inversione di tendenza poiché, dopo quasi un biennio di riduzione, il patrimonio gestito è cresciuto del 16%.
Secondo quanto rilevato dall’osservatorio, per il 2011 si dovrebbe tornare ai massimi del 2006.
Tra il 2005 e il 2011 ha preso evidenza un calo delle gestioni collettive e individuali, che subiscono una sensibile riduzione del valore complessivo, dal 61% al 49%, ed un incremento della componente assicurativa, passata dal 39% al 51%. Il comparto del risparmio gestito si conferma banco-centrico, con un canale bancario che prevale nella distribuzione dei prodotti di risparmio gestito, intermediando quasi il 70% delle masse promosse.
Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, si è assistito ad un incremento delle quote relative agli agenti assicurativi, alle reti di promotori e consulenti indipendenti e alle Poste.
Si è registrata una crescita della ricchezza anche per quanto riguarda gli Hnwi (High net worth individual), ovvero i cosiddetti “paperoni” (potenziali clienti del private), che hanno mostrato un incremento del 19% nel corso del 2009, per un totale di 882 miliardi di euro suddivisi tra 640.000 famiglie. Questo aumento deriva in parte dall’effetto delle performance e in parte dagli 85 miliardi di euro rimpatriati attraverso lo scudo fiscale (il dato non considera l’ultima finestra del 2010). Oltre la metà di questi capitali sono detenuti in liquidità e, secondo gli analisti, nel corso dei prossimi mesi si dovrebbe assistere ad un’allocazione di questi capitali verso prodotti di risparmio gestito.
Secondo quanto emerso dall’osservatorio, curato da Giacomo Neri partner di PwC Advisory e dal professore Gino Gandolfi dell’Università di Parma, l’Italia presenta quindi un livello di ricchezza finanziaria che appare relativamente elevato e pari a circa tre volte il PIL, dato che mette il risparmio gestito italiano in una posizione di maggior peso rispetto a quanto non accada in altre nazioni europee, quali la Francia, la Germania e la Spagna.

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