Corbetta: “I timori non sono motivati, anche perché sono aumentati i redditi”

…gestore del fondo Pioneer Funds – Greater China Equity.

La recente stretta del governo cinese mette il bastone tra le ruote a molte società immobiliari, basta guardare cosa succede nel mercato obbligazionario. Prendiamo in esame 3,9 miliardi di bond, emessi da 8 colossi delle costruzioni della Repubblica popolare; secondo dati Bloomberg, da gennaio il differenziale di rendimento rispetto ai Tbond americani è salito del 2,26%. Come possono influire questi dati sul mercato finanziario cinese? E a livello dei tassi di crescita dell’economia?
La Cina sta attraversando una fase di surriscaldamento strutturale dell’economia e questo ha convinto le Autorità Cinesi a mettere in atto una politica monetaria più prudente.
È abbastanza naturale che in questo contesto ci sia tensione sui corporate bonds. Occorre comunque anche ricordare che, al di là di alcuni settori specifici, gran parte delle aziende cinesi ha ridotto l’esposizione debitoria, assumendo un atteggiamento più prudente nella gestione del bilancio.

Secondo lei sono fondati i timori che vedono nella bolla immobiliare cinese il nuovo “incubo” dei mercati per il 2011, dopo la crisi subprime del 2007?
Non penso che questi timori siano fondati. Volendo fare un paragone con la situazione americana, dovremmo notare che il livello di indebitamento, al lordo delle attività liquide, delle famiglie cinesi è molto più basso di quello delle famiglie americane (rispettivamente 9% e 15% del totale delle attività delle famiglie). Se poi volessimo includere anche la parte detenuta in attività contanti o di reddito fisso allora la situazione migliorerebbe ulteriormente a favore delle famiglie cinesi (rispettivamente 42% e 7% del totale delle attività delle famiglie).
A mio avviso non è molto corretto parlare di bolla del settore immobiliare residenziale in modo generalizzato. Infatti se è vero che i prezzi del residenziale a Pechino e Shanghai sono aumentati in media del 190% e del 130% dal 2004, occorre anche dire che, nello stesso periodo, i redditi più alti (che rappresenatono il 10% del totale), che sono anche molto più frequenti a Pechino e Shanghai, sono aumentati del 250%. In sostanza se c’è una bolla nel residenziale, questa riguarda soprattutto la parte alta del mercato. Le autorità cinesi hanno ben chiara la situazione ed hanno deciso che le norme anti-speculazione recentemente approvate per il settore residenziale non devono essere applicate agli appartamenti sino a 90 mq. L’obiettivo è quello di proteggere i “first buyers” visto che rappresentano 1/3 dei compratori dell’ immobiliare residenziale e visto che appartengono alle fasce di reddito più basse.
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