Invesco, l’operazione Morgan pesa sui conti

L’operazione su Morgan Stanley costa cara a Invesco, che chiude il secondo trimestre con utili per 40,8 milioni di dollari, o 9 centesimi per azione, dai 75,7 milioni di dollari (18 centesimi per azione) dell’anno precedente, a causa dei costi sostenuti per il merger. I risultati includono 79,3 milioni di dollari in spese di transazione e integrazioni legati all’acquisto della divisione retail fund management di Morgan Stanley. Escludendo l’effetto di questa e altre operazioni straordinarie, gli utili sarebbero saliti da 21 a 27 centesimi per azione. 

Pur deprimendo l’utile, l’operazione ha spinto in su la parte alta del conto economico, con i ricavi saliti a 557,7 miliardi di dollari alla fine del secondo trimestre. Solo i fondi della famiglia Van Kampen, compresi nell’acquisizione di Morgan Stanley, hanno aggiunto 114,6 miliardi in assets.
In calo, di 24,2 miliardi di dollari, gli asset under management, a causa della turbolenza dei mercati. La domanda per i portafogli di Invesco – si legge in una nota – è rimasta forte, con la raccolta netta che è cresciuta di 13,9 miliardi di dollari. Ad attirare gli investitori sono stati in particolare gli Etf e i fondi passivi, con 14,7 miliardi di dollari raccolti.

Nonostante l’inevitabile impatto negativo sulla parte bassa del conto economico, il Ceo Martin Flanagan ha definito l’acquisizione di Morgan Stanley un “pietra miliare” per la compagnia. “Malgrado la volatilità dei mercati durante il trimestre – ha detto Flanagan – le performance rimangono forti”.
Il gruppo ha annunciato un acconto sul dividendo, relativo al secondo trimestre, di 11 centesimi ad azione, che verrà staccato il prossimo 23 agosto per essere pagato il 9 settembre. Anche a giugno la compagnia ha staccato un dividendo, sempre di 11 centesimi.

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