Risparmio gestito – La ripresa passa per i periferici

Dopo i robusti rialzi dei listini azionari nel mese di luglio, ad agosto si è attivato un nuovo trend ribassista, ma verso la fine del mese una parte consistente delle perdite è stata recuperata. Il problema dell’indebitamento riguardante la Grecia e altri paesi del sud Europa è sempre latente, anche se non domina più le prime pagine dei giornali. I titoli di stato greci a lungo termine scontano l’elevata probabilità di una ristrutturazione del debito pubblico greco. Tuttavia, a dominare i mercati azionari e obbligazionari dei paesi sviluppati è attualmente il tema dell’indebolimento della congiuntura americana che non accenna a rientrare e dei rischi crescenti di una ricaduta nella recessione (“double dip”).

Con le cifre di crescita riviste notevolmente al ribasso per il secondo trimestre negli USA, si rafforza il quadro di una ripresa economica molto fragile, nonostante i pacchetti congiunturali senza precedenti varati da Washington e una politica monetaria estremamente lassista da parte della banca centrale. Contrastano nettamente con questa situazione i risultati trimestrali per lo più molto positivi delle società quotate in borsa, che guadagnano più che mai. Nel frattempo il tasso di disoccupazione permane ostinatamente appena al di sotto della soglia del 10% e il mercato immobiliare si sta già di nuovo sgonfiando dopo l’esaurimento degli incentivi fiscali. Questo stato di cose, insieme alle persistenti tendenze disinflattive negli USA e in Europa, ha ravvivato ancora la richiesta di titoli di stato sia negli USA che in Europa.

Nel breve periodo i rendimenti reali conseguibili sono negativi e persino per le lunghe scadenze gli interessi nominali sono a stento superiori ai tassi d’inflazione storici medi degli ultimi decenni. Alla domanda, se nei prossimi trimestri si verificherà negli USA una bassa crescita, ma ancora positiva, oppure si avrà effettivamente una nuova caduta in recessione, si potrà rispondere con più certezza solo nei mesi a venire, tanto più che le decisioni politiche eserciteranno una notevole influenza. Per i mercati finanziari si potrebbero così prevedere evidenti oscillazioni anche nei mesi prossimi. Le economie dei paesi europei centro-orientali, in primis Polonia e Repubblica Ceca, mostrano in parte ancora forti tendenze di ripresa. Anche il quadro della Turchia si presenta molto positivo. La ripresa nella produzione industriale dei paesi della “vecchia” UE ha un impatto positivo sulle economie dell’Europa orientale e alimenta la crescita delle esportazioni. Tuttavia, il moltiplicarsi degli sforzi per il consolidamento dei conti pubblici penalizzeranno notevolmente nei prossimi anni la crescita economica nell’UE. Di conseguenza si offuscano anche le prospettive di crescita nel medio periodo per le economie dell’Europa orientale strettamente intrecciate con l’eurozona. Il dinamismo delle esportazioni nella maggior parte dei paesi della regione torna già ad attenuarsi nel raffronto con il primo trimestre.

Pertanto dovrà crescere l’importanza della domanda interna per una tenuta della ripresa economica nei paesi CEE. Ad agosto i mercati obbligazionari della CEE hanno registrato di nuovo un andamento positivo, ad eccezione dell’Ungheria. Hanno infatti tratto vantaggio dai consistenti guadagni sui mercati obbligazionari dei mercati sviluppati in Europa e negli USA. Di conseguenza le monete si sono inizialmente apprezzate, ma nella seconda metà del mese hanno perso nuovamente valore a causa del peggioramento del sentiment. Gli spread per gli eurobond si sono ampliati nel raffronto mensile.

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