Metti un Pigs in portafoglio

di Alessandro Bonini

Tutti li temono, ma i titoli dei Pigs stanno andando a ruba. Le ultime aste organizzate dai Paesi periferici della zona euro hanno registrato una domanda fino a 4-5 volte superiore all’offerta. Una tendenza che riguarda Spagna, Irlanda, Portogallo. Persino la Grecia. Il governo ellenico per promuovere l’acquisto del suo debito e spuntare tassi ragionevoli  ha svolto un insolito roadshow fra Londra, Parigi e Francoforte, con tanto di “testimonial” Ue e Fmi.
I rendimenti restano alti, poiché la mina vagante di un possibile default non è stata ancora del tutto disinnescata. Eppure questo tipo di investimento potrebbe rivelarsi una scelta remunerativa. Si tratta di vedere in che misura. Abbiamo girato la domanda a Vontobel e Axa Investment Managers.
Il consiglio dei gestori è quello di mantenere un’esposizione intorno al 5-6% in un portafoglio di titoli europei, cautelandosi di non superare il 2% nel caso della Grecia (Vontobel). Sulla maglia rosa il verdetto è unanime: Spagna, grazie a un debito addirittura più basso di quello tedesco e all’impegno giudicato credibile a tagliare il deficit elevatissimo. “I titoli appartenenti ai cosiddetti Paesi Pigs presentano ancora elevati spreads di rendimento rispetto al titolo guida rappresentato dal Bund tedesco – spiega Livio Dalle, head of advisory di Vontobel Europe a Milano – Nonostante il buon esito delle aste il rischio percepito dal mercato rimane pertanto  molto elevato, vicino ai massimi storici. Per esempio l’inserimento in un portafoglio obbligazionario europeo di titoli greci, che quotano circa 900 punti base di spread rispetto al bund, può avvenire in quantità limitata (2% del portafoglio) con funzione di yield enhancement e l’avvertimento di controllare in ogni momento l’evoluzione dello scenario. Il Paese che mostra i fondamentali migliori è la Spagna, che ha un rapporto debito/Pil decisamente sostenibile. Lo spread di rendimento rispetto al Bund tedesco è di circa 180 punti base, superiore ma non di molto allo spread che il mercato applica per il debito italiano”. L’anno scorso la Spagna ha riportato un debito pari al 53% del Pil, meno della Germania e della media europea, che sfiora l’80%. Il governo è impegnato a ridurre il deficit complessivo (che comprende le autonomie locali) al 6% nel 2011 dal record toccato un anno fa dell’11,2%. Madrid terrà otto aste nell’ultimo trimestre del 2010.
Aurore Wannesson-Raynaud, senior product specialist fixed income di AXA Investment Managers,  compila la sua classifica partendo dal basso. “La Grecia rimane il mercato più debole in termini di debito sovrano. Attualmente non rientra nella maggior parte dei nostri portafogli a reddito fisso, anche per i downgrade che ha ricevuto. Ma a parte le considerazioni sul rating, per puntare sulla Grecia bisognerebbe essere fortemente convinti che il suo debito non abbia necessità di essere ristrutturato. Secondo noi è troppo presto per arrivare a tale conclusione. Anche Irlanda e Portogallo appaiono abbastanza deboli. L’Irlanda è stata declassata a AA- da S&P e a Aa2 da Moody’s e riporterà quest’anno un deficit a due cifre. Se il recente sostegno al settore finanziario sarà integrato nel deficit, questo potrebbe aggiungere un 8% al disavanzo. In Portogallo il consolidamento fiscale è abbastanza a buon punto, con il deficit in ribasso al 7% del Pil nel 2010, ma la crescita è molto più lenta di quella irlandese. Entrambi i Paesi non incontrano i nostri favori. Abbiamo invece migliorato le nostre prospettive sulla  Spagna, con una posizione neutrale. La Spagna ha un peso importante sull’outlook dell’intera zona euro e i mercati sono pronti a dare al Paese una chance, accettando la scommessa che la crescita economica e il consolidamento fiscale lo riporteranno alla stabilità finanziaria nei prossimi 2-3 anni”.
Da parte sua Axa preferisce parlare di Piigs, in tal caso elevando l’Italia a miglior scelta, ma ricordando implicitamente che l’ingresso dell’Irlanda nel “club” non comporta necessariamente l’uscita del nostro Paese.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
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