Risparmio gestito – Questione di ritorno assoluto

La contrazione del credito e la recessione globale del 2008 e dell’inizio del 2009 hanno portato a enormi perdite nei mercati azionari di tutto il mondo. Tuttavia, a ciò è seguita una delle più forti riprese mai viste e i mercati globali azionari hanno dato il via a un rally che è proseguito sino ai primi mesi del 2010. La forza di questo rally è stata chiaramente una buona sorpresa per gli investitori long-only, ma la correzione che stiamo vivendo è un monito puntuale che ci ricorda come il mercato azionario possa muoversi nell’una o nell’altra direzione, spesso con un passaggio turbolento.

Alcuni investitori sono ben felici di assistere a questi alti e bassi -  per guadagnare sugli alti e rischiare sui bassi. Ma sono sempre più gli investitori che vanno in cerca di una corsa meno volatile e più armoniosa. Corsa che può essere l’effetto di un approccio “neutrale” al mercato. In questo tipo di scenario, si possono ottenere rendimenti positivi a prescindere dalla direzione del mercato. Si tratta, probabilmente, di investitori che sono prossimi al pensionamento, o che hanno bisogno di accesso al capitale per, ad esempio, far fronte all’istruzione del proprio figlio o finire di pagare un mutuo. Oppure questi investitori sono persone che semplicemente non vogliono correre quel tipo di rischio, legato all’investimento azionario tradizionale, che potrebbe portare a ingenti perdite.

Raggiungere la neutralità di mercato

I fondi neutrali del mercato azionario aspirano a eliminare il rischio di mercato. Questo rischio può essere espresso sia in termini di “esposizione netta” che di “beta”. L’esposizione netta consiste nella differenza tra le quantità delle posizioni “long” di un portafoglio e di quelle “short”. Qualsiasi differenza starebbe a significare che il fondo è esposto al movimento del mercato. Ma, semplicemente, avere un portafoglio con un’esposizione netta prossima allo zero non significa, di per sé, che si possa evitare l’esposizione direzionale al mercato azionario. Ad esempio, se le posizioni “long” di azioni sono esposte ad un settore di mercato e quelle “short” sono tutte esposte invece verso un altro settore, l’investitore potrebbe avere un portafoglio con un’esposizione netta pari a zero, ma il valore potrebbe essere comunque influenzato da significativi movimenti di certi settori del mercato. Per avere un portafoglio davvero neutrale, è importante capire il beta complessivo del fondo o la sua sensibilità alle direzioni che può prendere il mercato. Solo esercitando uno stretto controllo sul portafoglio, in modo da mantenere il beta a zero o prossimo allo zero, si può costruire davvero un portafoglio di mercato neutrale.

Con una strategia neutrale nel mercato azionario, i gestori non solo possono eliminare i rischi di mercato, ma, se vogliono, anche quelli legati alle valute e ai vari settori. Questo può essere ottenuto in modo efficiente e relativamente semplice, usando i derivati in modo da rimuovere le esposizioni non desiderate e consentire al gestore del fondo di concentrarsi esclusivamente sulla generazione di profitto attraverso la selezione degli investimenti.

Ci sono diversi modi per raggiungere un livello di esposizione non-direzionale in un portafoglio. Noi crediamo che una strategia di trading “abbinato”, nella quale ogni posizione andrebbe accompagnata da una copertura adeguata, sia il miglior modo per ottenere rendimenti che non siano correlati alla direzione del mercato azionario. Come suggerisce il nome stesso, ci sono due parti che compongono un trade “abbinato”: una lunga e una corta. La componente trainante, che può essere quella lunga o quella corta, è di solito un titolo su cui si ha una forte considerazione. Ciò guida la posizione, mentre la componente secondaria  – che sia un’azione, un paniere di titoli, un settore o un indice di mercato – fornisce una copertura, togliendo di mezzo i rischi che non ci si vuole accollare. Questi potrebbero essere solo dei rischi legati al mercato, o forse al settore o rischi più specifici su cui non ci si è fatti un’idea. In entrambi i casi essi assicurano che il ritorno dai titoli scelti non sia in balìa della direzione del mercato o di fattori macro.

Questo concetto forse è meglio illustrato da un esempio. Se il gestore del fondo ritiene che le prospettive per la catena di supermercati Tesco siano positive, egli assumerà una posizione “long” su questo titolo. L’inerente rischio di mercato, dovuto al fatto di possedere Tesco, potrebbe allora essere minimizzato con una posizione “short” di uguale portata nei confronti del FTSE 100. In questo modo i movimenti del prezzo delle azioni Tesco, che sono dovuti ai movimenti del mercato in generale, possono essere eliminati. In alternativa, il gestore può altresì desiderare di coprire il rischio di una flessione dei consumi e potrebbe farlo costruendo una posizione corta su un paniere di titoli retail o di un competitor diretto come Sainsbury’s. Con questa copertura in essere, si può ottenere una performance positiva indipendentemente dall’aumento o dalla discesa del prezzo del titolo Tesco. Il punto è se esso sorpasserà sia il mercato sia il paniere di titoli o Sainsbury’s. Malgrado ultimamente lo shorting goda di cattiva stampa, in questo contesto, il processo è da intendersi come una copertura che, per definizione, riduce effettivamente il rischio dovuto alla posizione.

La neutralità di mercato conquistata attraverso tre tipi di posizioni “abbinate”

1. Stock vs market    “Tesco” vs FTSE 100
2. Stock vs sector    “Tesco” vs Retail Sector
3. Stock vs stock    “Tesco” vs “Sainsbury’s”

In contrasto con un approccio “abbinato”, alcuni gestori applicano due distinte procedure “long” e “short”, allo scopo di raggiungere la neutralità di mercato. Nonostante questo approccio possa ancora aiutare a garantire ritorni che siano indipendenti dalla direzione del mercato, noi crediamo sia difficile essere precisi nel minimizzare specifici rischi attraverso singoli investimenti fatti in questo modo. Secondo noi, questo può significare che i fondi costruiti in questa maniera possono essere più volatili rispetto ad un approccio “abbinato”, lasciandoli più esposti al fattore rischio.

Scegliendo di evitare l’esposizione al mercato direzionale quando i mercati sono in attivo può sembrare controintuitivo, ma per coloro che stanno cercando rendimenti costanti e crescita del capitale senza l’”eccitazione” che spesso è insita nell’azione di investire nel mercato azionario, la soluzione è nella strategia non-direzionale o nell’approccio neutrale. Evitando l’esposizione ai movimenti del mercato e al mutamento dei trend dominanti attraverso la copertura, le strategie di mercato neutrale possono fare molto per contrastare quel tipo di volatilità del mercato azionario a cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Queste strategie sono strutturate appositamente in modo da essere in grado di portare rendimenti positivi, sia se il mercato cresca oppure no. Chiaramente queste strategie sottoperformeranno un forte mercato rialzista, ma come abbiamo visto nel 2008, esse possono anche essere d’aiuto per proteggere gli investitori da danni peggiori dovuti da repentine cadute del mercato. Ma, soprattutto, fornendo profitti a bassa volatilità, esse possono aiutare gli investitori nella pianificazione di future esigenze finanziarie come, ad esempio, tasse universitarie dei figli o pensionamento. Per queste circostanze, l’investimento azionario tradizionale potrebbe essere troppo volatile – o muoversi nella direzione sbagliata – proprio nel momento sbagliato.

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