Emergenti: un cielo più limpido

di Maarten-Jan Bakkum

…e possono finalmente guardare ai prossimi trimestri con più ottimismo.
Sorprese positive in Europa, un mutamento del sentiment relativo alla Cina e una più realistica view del consensus sulla crescita economica globale hanno contribuito a migliorare la situazione. Da ottobre dell’anno scorso fino a giugno 2010 i mercati emergenti sono stati colpiti da tre problematiche: l’avvicinarsi al picco degli indicatori mondiali, la paura di un inasprimento della politica monetaria da parte delle autorità cinesi e il deteriorarsi delle condizioni del debito nell’Eurozona.
Negli ultimi mesi il rischio di mercato associato a questi problemi si è ridotto considerevolmente.
Gli indicatori chiave hanno ormai raggiunto il picco e gli investitori hanno superato le paure sul rallentamento della crescita globale. È vero che il ritmo della crescita è più moderato e che un rischio di double dip esiste. Ma è anche vero che i mercati azionari sono più sensibili alle preoccupazioni sulla crescita economica quando le aspettative sono ai massimi. Noi abbiamo già superato questo momento. Abbiamo già visto due correzioni sostanziali all’interno della macro area dei mercati emergenti.
La prima in gennaio/febbraio (-13%) e la seconda in aprile/maggio (-18%). All’inizio dell’anno, le aspettative sulla crescita degli utili in queste aree erano del 30%, ora la previsione si è ridotta al 20%. Anche le paure di una stretta monetaria in Cina e di un probabile rallentamento della crescita in questo paese sono ormai superate. Considerando che sia la crescita del credito sia l’offerta di moneta si sono riavvicinati alle loro medie di lungo periodo, che i prezzi delle case non stanno crescendo altrettanto rapidamente e che l’attività economica in generale si sta chiaramente contraendo, possiamo concludere che il rischio di un ulteriore stretta della politica economica in Cina è praticamente scomparso. Il sentiment del mercato nei confronti della Cina nelle ultime settimane si è trasformato. Gli investitori sono ora orientati verso la possibilità di un allentamento della politica economica.
Il terzo aspetto che ha preoccupato gli investitori nel corso del 2010, la crisi del debito in Eurolandia, è stato messo per certi versi in secondo piano. La costituzione di un fondo di salvataggio per gli stati membri in difficoltà e l’impegno della BCE a comprare bond “a rischio” qualora i loro rendimenti si fossero impennati troppo, ha eliminato gran parte delle criticità. E i dati sulla crescita migliori delle attese e i primi segnali che i deficit di bilancio di alcuni paesi periferici si stanno riducendo, hanno alleggerito gran parte delle pressioni. Sebbene i problemi nell’Area Euro siano ben lontani dall’essere risolti, l’impatto della crisi sui mercati azionari globali si è ridotto, almeno per ora.

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