Risparmio gestito – Il boomerang

Fine del rallentamento globale
Dopo un settembre euforico, trainato dalle previsioni di un ulteriore allentamento quantitativo della Fed e dalle buone notizie dalla Cina, i mercati azionari globali hanno continuato ad apprezzarsi ad ottobre, sostenuti dagli indicatori economici reali. Anzitutto, il PMI cinese ha confermato che la domanda interna sta riaccelerando. In secondo luogo, negli Stati Uniti l’indagine ISM ha disatteso le aspettative, grazie a un aumento della standard deviation nella sua componente nuovi ordinativi. Infine, nell’area euro, gli industriali hanno rivisto al rialzo i piani di produzione per ottobre. Questi segnali positivi provenienti dai tre maggiori paesi del mondo mandano un messaggio chiaro: il rallentamento mondiale è terminato. Inoltre, il secondo programma di allentamento quantitativo (QE2) della Fed (acquisto di 600mldUSD sui titoli di Stato di lungo termine), globalmente in linea con le previsioni di mercato (circa 500mldUSD), ha rafforzato la propensione al rischio degli investitori: il QE2 si estenderà per 8 mesi ad un ritmo mensile di 75mld.

Zone d’ombra

Nonostante queste buone notizie, la ripresa americana resta fragile. Nell’immobiliare, la scoperta di frodi massicce nelle procedure di cartolarizzazione immobiliare e di pignoramento da parte delle banche commerciali allungherà la durata del periodo di espiazione. Il ritorno di prestiti ipotecari insoluti sui bilanci delle banche emittenti di RMBS potrebbe costare alle banche USA circa 100mldUSD. Sul mercato del lavoro, le cifre positive riguardanti la creazione di posti di lavoro nei servizi privati ad ottobre non sono state sufficienti a ridurre il tasso di disoccupazione (9,6%), nonostante un tasso di partecipazione della popolazione attiva sceso al livello più basso degli ultimi 26 anni. Dal punto di vista fiscale, sembra imminente un accordo tra la Casa Bianca e il Congresso sull’estensione dei tagli alle imposte dell’era Bush. Tuttavia, il graduale esaurimento del rilancio fiscale del 2009 trascinerà una crescita del PIL di circa l’1%. Perciò i motori di crescita del 1° semestre 2011 dovrebbero restare investimento produttivo e consumi, che dovrebbero riallinearsi al reddito disponibile (2%). Speriamo in un’accelerazione complessiva attorno al 3% nel 2° semestre, con l’aumento della fiducia dei consumatori e la diffusione della ripresa (occupazione, investimento) alle piccole e medie imprese. In totale, la crescita del 2011 (2,4%) sarebbe appena sufficiente per stabilizzare il tasso di disoccupazione al suo livello attuale. Di conseguenza, è sensato prevedere che la Fed mantenga l’orientamento di politica ultraaccomodante nel 2° semestre del 2011, con un primo rialzo dei tassi non prima del 1°semestre 2012.

Effetto boomerang
Questo attivismo della Fed non è privo di effetti sul resto del mondo. In un’economia globale finanziariamente integrata, il tasso d’interesse della valuta di riferimento è fissato secondo le esigenze di un’economia in preda a tensioni deflazionistiche, mentre le economie emergenti, per le quali la crisi è finita, affrontano un rischio inflazionistico. La conseguenza è un trasferimento di capitali dai paesi ricchi verso quelli emergenti. Poiché gli emergenti rifiutano l’apprezzamento valutario che dovrebbe normalmente risultare da questi flussi di capitale, una parte di questi trasferimenti è riciclata in attivi non rischiosi dei paesi sviluppati (soprattutto obbligazioni pubbliche americane). Questo effetto-specchio duplica l’offerta di moneta in circolazione e mantiene l’economia globale carica di liquidità, rischiando così di alimentare le bolle dei prezzi degli attivi. Sono noti i ‘soliti sospetti’ (attivi emergenti, commodity).

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: