Risparmio gestito – Giappone in espansione

Dopo il suo intervento diretto a sostegno dello yen, la Banca del Giappone ha annunciato un nuovo programma di espansione monetaria. Crediamo che il diavolo faccia le pentole ma non i coperti visto che la liquidità iniziale impegnata, pari all’1% circa del PIL, è di per sé inconsistente. Più interessanti sono i titoli che la Banca del Giappone può acquistare in aggiunta ai titoli di Stato giapponesi, ossia ETF, carta commerciale e REIT. Si tratta
di un passo nella giusta direzione che evidenzia la volontà del governo e del Ministro delle Finanze di assumere un atteggiamento più propositivo nella lotta abbastanza sistematica contro la deflazione.

Il Giappone continua a prepararsi all’eventualità di un’espansione monetaria statunitense in grande stile, battezzata come QE2. In assenza di freni, questa corsa consentirebbe probabilmente allo yen di scendere sotto il valore di 80 e di entrare in un’area mai esplorata in precedenza. Il problema, come abbiamo spesso dimostrato, deriva dalla grande forza delle spinte deflazionistiche operanti nell’economia e dalla grande battaglia della svalutazione competitiva, nella quale i cinesi rivestono un ruolo da protagonisti, che è ormai entrata nel vivo.

La crescita del Giappone rimane legata alle esportazioni. La quotazione dello yen conserva pertanto una grande importanza e continuerà a rappresentare un elemento centrale. Si teme, in definitiva, che il Giappone debba operare interventi smisurati per riuscire a contrastare le dinamiche in atto. Una parte consistente di questa liquidità finisce tuttavia in titoli del Tesoro americano: si potrebbe quindi dire che il Giappone stia esportando i bassi rendimenti.

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