Risparmio gestito – A caccia di dividendi

L’investimento in dividendi funziona. Lo confermano i fatti e il comprovato successo raggiunto sui mercati azionari dalla strategia d’investimento focalizzata sui dividendi: chi ha investito in un fondo di reddito azionario è stato, infatti, generosamente premiato nel lungo termine con rendimenti competitivi superiori all’inflazione. Limitandosi all’Europa si possono però perdere delle eccellenti opportunità d’investimento. Il reddito azionario è una strategia efficace in tutto il mondo per diverse buone ragioni.

I dividendi forniscono il segnale più importante della disciplina finanziaria di una società e il suo impegno a creare valore per gli azionisti. Una buona e progressiva politica dei dividendi contribuisce, infatti, a migliorare l’azienda. Perché? Una società deve crescere per sostenere un flusso crescente di dividendi. È difficile realizzare una crescita profittevole e molti miliardi di dollari sono stati sprecati nel tentativo di perseguire obiettivi di sviluppo irrealistici. Un flusso crescente di dividendi regola la quota della liquidità che può essere reinvestita nell’azienda e, di conseguenza, fa in modo che siano selezionati solo i progetti migliori. Le società che fanno proprio questo approccio all’utilizzo dei capitali, dovunque si trovino sul pianeta, sono state premiate per la propria disciplina finanziaria con la crescita della quotazione dei propri titoli. I dividendi non sono un compromesso per la crescita del capitale; dividendi e performance del titolo vanno di pari passo.

La storia dimostra anche che nel tempo l’elemento principale da cui deriva il rendimento totale per gli azionisti sia il dividendo (la combinazione di rendimento e crescita del dividendo), e non il capital gain. Questo fenomeno è vero a livello globale, non solo in Europa.

Ad esempio gli Stati Uniti vantano 92 ‘dividend achiever’ – ovvero società che hanno aumentato i dividendi per almeno 10 anni consecutivi – tra i quali Procter & Gamble, Coca-Cola e Johnson & Johnson. Procter & Gamble è in cima a questa élite, con 56 anni di ininterrotta crescita dei dividendi; Coca-Cola e Johnson & Johnson seguono da vicino, avendo aumentato i propri dividendi per 48 anni consecutivi. L’elenco non si limita però a società con famosi marchi di beni di consumo. Nelle prime posizione della classifica si trovano anche 3M (conglomerata tecnologica), Emerson Electric (automazione industriale) e Chubb (assicurazione). Tra gli altri degni membri di questa aristocrazia dei dividendi ci sono nomi famosi come Wal-Mart, McDonald’s ed Exxon Mobil.

Quello che stupisce è la performance del titolo azionario di queste società. In un decennio caratterizzato nel complesso da rendimenti negativi per le azioni americane (lo S&P 500 è sceso del 29% in termini di capitale e il rendimento totale, compresi i dividendi, è pari a -15%), il rendimento medio dei dividend achiever in America è stato positivo in termini di capitale – non solo positivo, ma superiore del 90%. In aggiunta a questo significativo capital gain, gli investitori hanno anche beneficiato del crescente flusso di dividendi che, accumulato in 10 anni, ha fatto salire il rendimento totale a più del 145%. In quello che conosciamo come il decennio perduto per le azioni, i dividend achiever americani hanno creato un’enorme ricchezza per i propri azionisti. Disciplina e pazienza possono essere altamente premianti.

Le migliori opportunità di stockpicking tra le aziende che offrono dividendi in crescita progressiva possono essere trovate, oltre che negli Stati Uniti, anche in paesi lontani come Australia e Brasile. Questi due mercati sono particolarmente interessanti per i rispettivi sistemi fiscale e normativo, che favoriscono gli investitori a caccia di dividendi. La legge australiana consente alle società di unire i crediti fiscali per le tasse già pagate, detti franking credits, al pagamento dei dividendi. Questo significa che il rendimento totale delle azioni australiane comprende il dividendo pagato dalla società più il credito fiscale. In Brasile, la legge prevede che le società paghino dividendi pari almeno al 25% dell’utile netto. Questo significa che esiste una disciplina naturale, che fa in modo che le società investano assennatamente i capitali e realizzino una crescita profittevole – una disciplina che fornirà a sua volta carburante per il futuro aumento dei dividendi.

Guardando alle aziende di questi due paesi dal punto di vista dei fondamentali, quello che colpisce è la qualità del management. CSL, una società healthcare australiana, e Banco do Brasil, la principale istituzione finanziaria del Brasile, ne sono due esempi.

CSL, che è specializzata in prodotti del plasma e vaccini, è un’azienda globale con posizioni dominanti di mercato e una lunga storia di successo commerciale. Il management ha un eccellente track record nel premiare gli azionisti: dalla quotazione azionaria nel 1994, la società ha accresciuto il dividendo tutti gli anni tranne uno, aumentandolo di 40 volte – equivalente ad un tasso medio di crescita annua di oltre il 20%. La disciplina finanziaria è parte integrante della cultura aziendale e lo scorso anno il dividendo è salito del 52%.

Banco do Brasil si è, invece, trasformata da entità governativa burocratica e in perdita, in una banca innovativa e redditizia, responsabile verso gli azionisti. Con un rendimento da dividendi che supera il 6%, il valore offerto dal titolo azionario è interessante; il potenziale di crescita profittevole (e quindi crescita dei dividendi) in un’economia che cresce rapidamente sembra essere sottovalutato dal mercato. Lo scorso anno Banco do Brasil ha aumentato il dividendo del 14%.

L’investimento in dividendi su scala globale offre la flessibilità della scelta. L’universo globale presenta una più ampia varietà di opportunità d’investimento e accesso alle società meglio gestite del mondo. I motivi per investire in dividendi sono assolutamente interessanti. Con questa consapevolezza, ha senso assumere un approccio globale perché paga in termini di dividendi.

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