Il futuro è nei PRIP

E’ giunto il momento di schierarsi con forza dalla parte del risparmiatore. E’ questo l’obiettivo di Peter Grimmett, head of fund regulatory development di M&G Investments, attivo in un ruolo di dialogo con le istituzioni e le associazioni di categoria. Il dialogo con Grimmett nasce dall’attualità: negli ultimi due anni, per cause di forza maggiore, i regolatori a livello internazionale si sono concentrati sulla ricerca di soluzioni alla crisi finanziaria, cercando di rimettere il settore in carreggiata. Per questo l’attenzione si è rivolta soprattutto all’area degli obblighi prudenziali. Adesso è arrivato, però, il momento di riportare l’attenzione dei politici e dei decisori sull’investitore finale e sulla sua tutela, in particolare a livello europeo dove questo tipo di vigilanza è uscito dalla lista delle priorità. Uno dei modi ideali per raggiungere questi obiettivi, a detta di Grimmett è l’iniziativa dei Packaged Retail Investment Products (PRIPs), prodotti d’investimento al dettaglio. Grimmett ha esposto la sua view ad Advisor.

C’è attesa per un consultation paper sui PRIP da parte della Commissione Europea entro la fine del 2010. può spiegare ai nostri lettori cosa sono i PRIP, e quali novità porterebbe questa iniziativa?

L’iniziativa PRIP è volta alla stesura di un consultation paper da parte della Commissione Europea che porti alla realizzazione di un documento di sintesi il PRIP appunto: Packaged Retail Investment Products. M&G auspica che questo documento abbia come benchmark la struttura del KIID, (previsto dal prossimo anno per i prodotti Ucits) ovvero un documento di due pagine su tutti i prodotti di investimento destinati al consumatore che spieghi la natura del prodotto di investimento, i possibili rischi, il profilo di rendimento, ma renda chiaro anche il costo del prodotto, delle sue commissioni, della consulenza e di “chi” paga la consulenza. Per i consumatori/investitori retail questo si tradurrebbe in una maggiore trasparenza e nella possibilità di scegliere “liberamente” i propri investimenti. M&G è assolutamente favorevole e auspica che l’iniziativa si concretizzi includendo tutti i prodotti di investimento, dai fondi comuni alle polizze, ai prodotti bancari strutturati. Se i PRIP seguiranno il formato del KIID – che segnala rischi, commissioni, costi e altre informazioni in una scheda sintetica di sole due pagine – allora l’investitore avrà a portata di mano le informazioni principali sul prodotto e sarà in grado di comparare diversi prodotti prima di scegliere su cosa investire.

La crisi finanziaria ha portato l’attenzione dei politici a concentrarsi sulla necessità di un apparato regolatorio più rigido. Grazie al suo punto di vista decisamente internazionale, ci può spiegare come questi cambiamenti influenzerebbero il settore finanziario europeo?
Ci sarebbe una struttura regolatoria omogenea in Europa, molto positiva per la tutela degli investitori finali, infatti questi cambiamenti introdurrebbero un vero “level playing field”, una competizione sullo stesso livello tra tutti i prodotti di investimento.
Inoltre, dal 2011 l’ESMA – competente per il risparmio gestito – non sarà più solo in grado di emanare direttive che i singoli stati possono scegliere di recepire o interpretare, ma avrà la competenza di emanare delle vere e proprie regole, non interpretabili, da applicare in ogni singolo stato.

La situazione italiana vista dall’esterno è particolare, con le banche che dominano la struttura distributiva delle soluzioni di risparmio gestito. Come vede il nostro mercato rispetto al resto d’Europa?

Mentre nel Regno Unito c’è una vasta scelta di canali distributivi, in Italia gli investitori finali hanno meno opzioni per accedere ai prodotti di investimento, c’è meno scelta indubbiamente. Auspichiamo che nei prossimi anni il Regno Unito faccia da “modello” per la distribuzione e si pensi a una sua adozione anche nel resto d’Europa.

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