Risparmio gestito – Emergere con gli emergenti

L’importanza dei mercati emergenti continuerà a crescere nel quadro dell’economia globale e dei
mercati dei capitali, man mano che questi mercati riveleranno tassi sempre più elevati di crescita
economica in Asia e America Latina. Inoltre le nuove nazioni in via di industrializzazione in Asia e
America Latina sono meno oppressi dal debito pubblico rispetto a America del Nord, Europa e
Giappone, senza contare che la situazione fiscale favorevole ha reso possibile per molti mercati
emergenti (come Cina e Brasile) di adottare misure su larga scala per stimolare l’attività economica
durante la crisi.

Misurato in rapporto al PIL, il debito medio dei Mercati Emergenti è intorno al 40% e in discesa,
laddove la cifra media dei paesi sviluppati si attesta al 100% ed è in crescita. Comparati agli anni
Novanta se ne evince un quadro totalmente diverso. Se le crisi del debito in passato hanno avuto effetti
importanti sui Mercati Emergenti, come il Messico (1994), l’Asia (1997) e la Russia (1998), oggi sono
paesi come Irlanda, Portogallo e Grecia a trovarsi al centro dei timori sul debito.

Va infatti sottolineato che le misure di stimolo fiscale dei governi e i considerevoli consumi interni
sono fattori essenziali che hanno aiutato numerosi mercati emergenti a superare relativamente bene la
crisi economica e a riavviare più rapidamente la crescita. Per riuscire a proseguire su questa strada e
rimanere competitivi, negli anni a venire i Mercati Emergenti dovranno investire massicciamente nelle
loro infrastrutture. Questo è un discorso valido soprattutto per Cina, India, Russia e Brasile, ma ci sono
anche altre nazioni, come Messico, Argentina, Sud Africa e Corea del Sud, che continueranno a
investire miliardi nello sviluppo di strade, aeroporti e ferrovie; o nello sviluppo del settore energetico,
nei sistemi di smaltimento dei rifiuti e di fornitura di acqua; o ancora nella costruzione di strutture
pubbliche, come scuole, università e ospedali, o nello sviluppo di reti di telecomunicazioni. Tutto
questo assicurerà posti di lavoro e reddito, che aiuteranno così ad ampliare le opportunità finanziarie
delle famiglie.

Il ceto medio nei Mercati Emergenti mira sempre di più a uno standard di vita modellato sul mondo
occidentale, creando, così, una domanda eccezionale per i beni di consumo.
Per fare un esempio, la spesa aggregata in beni di consumo nei Mercati Emergenti oggi è superiore
rispetto a quella degli Stati Uniti. La Cina per esempio ha superato gli USA come il maggiore mercato
mondiale per il settore automobilistico: solo nel 2009 sono stati acquistati oltre 13milioni di nuovi
autoveicoli.
Nonostante questo il rapporto di automobili per numero di abitanti si attesta a 8 su 100 che corrisponde
al livello degli USA nel 1928!
Un altro esempio calzante è quello della telefonia mobile in India, dove ogni mese si registrano 15
milioni di nuovi clienti, mentre il tasso di penetrazione rimane ancora inferiore al 50%.
Ci sono altre nazioni che si avvantaggiano del commercio diretto con l’economia Cinese. Si tratta di
paesi, come il Brasile e la Russia e in particolare la regione dell’ASEAN (Indonesia, Malesia, Filippine
e Thailandia), che beneficeranno sia del boom della domanda cinese negli anni a venire, sia della
domanda crescente dell’India.
Oggi i Mercati Emergenti sono ancora scambiati a sconto rispetto ai mercati azionari dei paesi
sviluppati in termini di rapporto P/E. Questa situazione, tuttavia, cambierà nel medio termine. Grazie ai
positivi sviluppi degli ultimi anni gli investitori riconosceranno che la vulnerabilità di questi paesi alle
crisi nell’insieme è decisamente diminuita. Uno dei principali fattori che guidano la performance
azionaria dei mercati emergenti è l’emissione di titoli, che è in fase di rilancio. Nel quarto trimestre del
2010 le società dei Mercati Emergenti hanno emesso azioni per 169 miliardi di dollari USA, con la
parte maggiore di queste collocata sul mercato cinese.
Per riuscire a partecipare alle nuove emissioni, gli investitori spesso svendono altre posizioni in essere,
e questo può prolungare la performance dei Mercati Emergenti nel breve termine.
Il fondo Raiffeisen-EmergingMarkets-Equities al momento sovrappesa Core del Sud, Tailandia e
Turchia. Molti dei titoli in questi paesi sono interessanti grazie a una combinazione di elevata
profittabilità e buone valutazioni. A livello settoriale, i titoli industriali e telecom sembrano
particolarmente interessanti al momento. Il fondo ha una strategia di investimento unica, basata su un
modello sviluppato internamente (70% del portafoglio), combinato con le migliori idee del team di
gestione (30% del portafoglio).

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