Risparmio gestito – L’investimento utile

Sembra che nel 2010 gli utili delle società a livello globale siano cresciuti del 42%, superando le previsioni anche dei più grandi ottimisti. Questo incredibile aumento è dovuto alla combinazione di più fattori: una crescita economica superiore alle aspettative, un elevato trend di ricostituzione delle scorte, un basso livello dei tassi di interesse, una scarsa crescita degli stipendi, nonchè un confronto con i modesti risultati del 2009.

Nel corso dell’anno, gli analisti hanno dovuto rivedere più volte al rialzo le proprie previsioni e, oggi, sembra che siano intenzionati ad aumentarle ulteriormente. Per il 2011 il consensus è di una crescita degli utili del 16% e, per il 2012, di un ulteriore 13%, cifre ben più alte della media di lungo periodo pari al 6-7%. Occorre a questo punto farsi 2 domande:
– Gli analisti non staranno esagerando?
– E se fosse così, cosa significherebbe per i
mercati azionari?

Fare previsioni sugli utili aziendali a livello globale non è un mestiere facile. Il consensus degli analisti su questo fronte, basato sulle opinioni fornite da migliaia di esperti, molto raramente è risultato azzeccato. Gli analisti tendono di solito a essere troppo ottimisti. Otto volte su dieci, le loro previsioni di inizio anno si sono rivelate troppo elevate e sono stati costretti ad abbassarle in corso d’anno. Negli altri due casi si era in situazioni simili al 2010, cioè il primo anno di ripresa dopo una recessione.

Detto ciò, c’è una buona probabilità che le previsioni sugli utili per il 2011-2012 si rivelino troppo ottimiste. I limiti della capacità produttiva (che causeranno investimenti maggiori e costi crescenti di manodopera), tassi di interesse più alti e l’aumento dei prezzi delle materie prime cominceranno a far sentire i propri effetti nel corso del 2011. Anche il paragone con i buoni risultati del 2010 non sarà facile, soprattutto nella seconda metà dell’anno. I margini di profitto di molte società sono già vicini ai loro massimi storici, e in alcuni casi li hanno già superati. La cattiva notizia, quindi, è che a breve potremmo avere delusioni sul fronte degli utili, anche se la ripresa economica sta proseguendo. Ad ogni modo, ed è la buona notizia, gli investitori non credono realmente a queste previsioni. Se ci credessero, a quest’ora le azioni sarebbero scambiate a livelli ben più alti. Se le aspettative degli analisti dovessero essere giuste, le azioni a livello globale oggi varrebbero meno di 11 volte gli utili attesi nel 2012 e quelle europee meno di 10, livelli sicuramente bassi rispetto alla media storica. Per questa ragione non crediamo che i mercati subiranno uno shock, man mano che la percentuale delle delusioni sugli utili attesi aumenterà nel corso del 2011.

Tutt’al più, la seconda metà dell’anno potrebbe rivelarsi più difficile della prima e gli investitori potrebbero essere indotti a vendere i titoli ciclici, più rischiosi, a vantaggio di quelli più difensivi ad alto dividendo. Ma questo non significa dare il via a una svendita totale. In tutta probabilità, le aspettative sui tassi di interesse, più che quelle sugli utili, cominceranno a diventare il driver più importante per il sentiment degli investitori. L’attenzione degli investitori ritornerà a focalizzarsi sulle mosse della Fed e della BCE, a meno che la ripresa economica non venga ostacolata da sorprese negative, legate per esempio all’Europa del Sud, al Medio Oriente o alla Cina. Allora quando le banche centrali alzeranno i tassi di interesse? Quando cominceranno a preoccuparsi dell’inflazione più che della recessione? Per adesso, ci aspettiamo che gli utili aumenteranno almeno del 10% nel 2011 e che i mercati azionari registreranno una crescita analoga.

Le delusioni sugli utili potrebbero rappresentare un ostacolo, ma è improbabile che vadano a colpire in maniera forte il sentiment degli investitori. Per quanto riguarda le manovre sui tassi nei paesi occidentali ci aspettiamo solo un aumento in Europa, ma solo se i paesi periferici riusciranno a far fronte alle loro necessità. Quindi pensiamo che non ci sia un cattivo scenario per i mercati azionari.       

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