Fotografia del sistema fondi Il 57,2% è di diritto estero

di Luca Spoldi

Un patrimonio di oltre 446,3 miliardi di euro, suddiviso tra 3.537 fondi: è la fotografia più recente (a fine gennaio 2011) del risparmio gestito italiano elaborata da Assogestioni a inizio mese. Di questi 193,81 miliardi (il 42,8% del totale) fanno capo a fondi di diritto italiano (per il 38,6% facenti capo a intermediari italiani, per un ulteriore 4,2% a intermediari esteri), mentre altri 258,68 miliardi (il 57,2%) sono relativi a fondi di diritto estero (in questo caso il 38,6% fa capo a intermediari italiani, il 18,3% a intermediari esteri). Numeri che fanno subito capire come l’equiparazione fiscale prevista dal testo approvato al Senato in sede di conversione del decreto “Milleproroghe”, che elimina la tassazione del 12,5% dei redditi sul “maturando” dei fondi di diritto italiano e la sostituisce con un’imposta sui medesimi redditi in capo ai sottoscrittori del fondo al momento del loro disinvestimento, come già avviene da anni per gli omologhi prodotti di diritto estero, avvantaggia i primi rispetto ai secondi, indirettamente avvantaggiando anche i gestori italiani rispetto alle grandi firme internazionali dell’asset management. Più omogenea la situazione tra le varie tipologie di strumenti disponibili per gli investitori sul mercato italiano: a fronte di un’ampia prevalenza dei fondi di diritto aperto (cui fa capo il 96,6% del patrimonio totale, rispetto al 2,8% riferito ai fondi hedge e ad un modesto 0,6% di fondi riservati), le categorie dei fondi vedono da anni una prevalenza di fondi obbligazionari (41,1% del patrimonio complessivo) e di liquidità (un ulteriore 13,7% nonostante tassi che da anni si mantengono a livelli assolutamente modesti, deprimendo il rendimento di tali prodotti), rispetto agli azionari (22,9%), ai flessibili (14,7%) e ai bilanciati (4,7%), categorie che pure in teoria, essendo sovente caratterizzate da stili di gestione attiva, avrebbero potuto e dovuto avvantaggiarsi di una situazione di mercati volatili come quella registrata tra il 2008 e il 2010 e che i recenti accadimenti geopolitici in Nord Africa e Medio Oriente potrebbero rilanciare. Offrendo a chi sarà capace l’opportunità di fare buone operazioni di trading per i propri sottoscrittori.

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