Fondi comuni – A qualcuno piace bilanciato

 Francesco Reggiani

 
Morgan Stanley Investment Management è presente in Italia dal 1998 con a capo Vittorio Ambrogi (nella foto), membro del comitato esecutivo europeo nonché responsabile per i mercati di Italia, Svizzera, Francia e Spagna. La banca d’affari newyorkese ha un ufficio a Milano dal 1989 presso Palazzo Serbelloni in Corso Venezia 16. Morgan Stanley im conta sull’esperienza di oltre 660 professionisti in tutto il mondo e ha un patrimonio complessivo gestito di 272 miliardi di dollari (dati al 31 dicembre 2010). Il gruppo conta su 59 uffici dislocati in 21 paesi. La clientela è costituita da società di intermediazione, private bankng e reti di promotori finanziari, investitori istituzionali, come grandi aziende, fondi di dotazione, fondazioni, banche centrali, enti statali, fondi sovrani.
 
Dott. Ambrogi, quali opportunità ci sono in un momento così difficile per i mercati di tutto il mondo?
Noi cerchiamo di offrire alla clientela prodotti in linea con le aspettative del mercato e che siano una soluzione concreta e duratura nei confronti del risparmio. Il focus sul cliente è il nostro principale obiettivo, dalla nostra abbiamo la forza delle performance di comprovati track record. Quello che conta è che il risparmiatore si fidi di chi gestisce i suoi soldi. Il rapporto di fiducia, insomma, è prioritario. Per esempio, lo scorso anno abbiamo lanciato un fondo, il Diversified Alpha Plus, incentrato su una politica flessibile perché crediamo, in questo modo, di soddisfare l’obiettivo finale del cliente, ovvero delegare al gestore un mandato che porti con sé una qualità che dura nel tempo e che dà i suoi frutti. Fornendo le performance migliori con il minor livello di volatilità e il minor rischio.
 
Fondi flessibili, dunque…
Sì, sono un prodotto di base per un portafoglio e ottimi in tema di diversificazione. Il nostro team global macro ritiene che gli investitori possano trarre vantaggio dalle inefficienze di prezzo dei mercati finanziari globali, coniugando le tecniche quantitative con l’analisi fondamentale per valutare tutte le classi di attivo a livello globale: azioni, obbligazioni, valute e materie prime. 
 
Quali altri prodotti possono dirsi interessanti con una maggiore propensione al rischio e una logica di più lungo periodo?
Stiamo cercando di far conoscere maggiormente prodotti come il Global Brands, un fondo investito interamente in titoli azionari globali. Un comparto che dal lancio, avvenuto nell’ottobre 2000, ha dato una performance del 9% contro l’1,13% del benchmark, l’indice Msci World. La logica di base è investire in titoli di qualità con rendimenti costanti nel tempo come Nestlé, British American Tobacco, Reckitt Benckiser, Imperial Tobacco Group, Dr Pepper Snapple Group, Accenture, Microsoft, Swedish Match, Philip Morris, Unilever. Si tratta di titoli meno legati alle mode e molto più forti. Dalle ricerche condotte dal team d’investimento emerge che le società il
cui successo dipende da valori intangibili quali un marchio noto, una solida e stabile reputazione, copyright, licenze e diritti di distribuzione, offrono, nel tempo, un rendimento costantemente superiore alle società che operano con modelli industriali a maggiore intensità di capitale.
Se correttamente gestite, infatti, queste caratteristiche vanno a costituire una barriera all’ingresso dei concorrenti e consentono a tali società di continuare a generare rendimenti superiori alla media accumulando valore per gli azionisti nel lungo periodo. Sono questi i titoli moltiplicatori di valore in cui vogliamo investire. Il team è convinto che le società migliori condividano caratteristiche comuni: valori intangibili, free cash flow elevati, potenziale di crescita, gestione rigorosa e un Roic (redditività del capitale investito) elevato e sostenibile.
 
Nuovi prodotti sono in rampa di lancio?
Guardando quello che succede sui mercati e vedendo i pesi dei nostri clienti abbiamo lanciato nuove classi di fondi obbligazionari preesistenti con la copertura sistematica della duration, si chiamano zero duration e danno opportunità al cliente di coprirsi dal rischio di rialzo dei tassi. La priorità per noi è quella di gestire il portafoglio clienti in maniera efficiente. 
 
E come vede questo 2011?
Continuerà a essere un altro anno dove non sarà semplice decifrare il mercato. Visti gli anni passati, il 2005 potrebbe essere come il 2011. E quello è stato un anno positivo. I problemi attuali, però, non consentono di avere una vision chiara del mercato, ci sono problemi esogeni e indogeni. L’America che cresce dal punto di vista macroeconomico, gli emergenti che performano bene dal punto di vista della crescita e un anno e mezzo di accelerazioni e frenate sul fronte europeo. Ma pur nella frenata, siamo abbastanza positivi in relazione al fatto che si arrivi a soluzioni più durature. Noi vogliamo dare stabilità di performance e costanza nei risultati.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!