Risparmio gestito – Gli Usa sono pronti a trainare il mondo

Riportiamo in questa prima parte il punto di vista sui mercati finanziari espresso da quattro dei principali gestori di Legg Mason, Hersh Cohen Chief Investment Officer e gestore del portafoglio senior di ClearBridge Advisors, Bill Miller Presidente, Chief Investment Officer e gestore del portafoglio di Legg Mason Capital Management, Chuck Royce, Presidente, Co-Chief Investment Officer e gestore del portafoglio di Royce & Associates e Steve Walsh, Chief Investment Officer, Western Asset Management, prima che si verificasse il disastro in Giappone.
La lettura delle opinioni dei gestori consente di capire opportunità e rischi presenti, ed oggi in particolare aiuta ad avere una visione di lungo termine, senza farsi eccessivamente condizionare dalle pur tragiche contingenze.

L’economia degli Stati Uniti sembra essere pronta per compiere un passo avanti rispetto ai modesti guadagni del 2010 e potrebbe registrare un tasso di crescita tra il 3,5% e il 4%, grazie alla rinnovata domanda di beni e servizi interna al paese e a un’attività di export sostenuta da un cambio del dollaro più favorevole. La percezione generale è che l’economia presenti più zone di forza di quel che in generale si ritiene e che ciò agisca da contrappeso all’impatto negativo di un mercato immobiliare debole. La fiducia nella ripresa continua a essere alimentata dai guadagni generati dal mercato azionario negli ultimi mesi. I partecipanti alla tavola rotonda non si sono trovati pienamente d’accordo, tuttavia, sulle previsioni di una crescita robusta. È stato fatto notare che l’impegno continuo della Fed a mantenere bassi i tassi di interesse riflette una persistente preoccupazione riguardo alla disoccupazione e alle aree di debolezza economica.

I quattro gestori concordano sul fatto che i tassi di interesse saliranno a mano a mano che l’economia migliora, ma che questo incremento dovrebbe essere contenuto in una certa misura da fattori quali la disoccupazione e il mercato immobiliare. 
L’alto tasso di disoccupazione è stato ritenuto da tutti i partecipanti il maggiore rischio per la crescita economica.
Nonostante la forte ripresa dei prezzi delle azioni e i rendimenti robusti del reddito fisso negli ultimi anni, la memoria ancora fresca della crisi finanziaria continua a spaventare gli investitori o, per dirla con le parole di Steve Walsh, “le persone vedono il rischio dietro a ogni angolo“. Ne risulta che, seppure in maniera moderata, la volatilità nel breve termine, inevitabile nel corso di un investimento a lungo termine, può generare delle preoccupazioni eccessive.
“Il ritmo dell’economia in termini di crescita sta accelerando, tre mesi fa un tasso di crescita del 3,5% sarebbe stato considerato molto ottimistico. Oggi esso rappresenta più o meno il consenso. È possibile, anzi probabile, che nel 2011 si vada incontro a valori più alti ma, a mio avviso, i tassi di interesse rimarranno comunque a livelli relativamente bassi“, come spiega Steve Walsh.

“Considerando che l’economia Usa sta procedendo meglio di quella dell’Europa, una regione nella quale il rischio sovrano è alto, e che in Cina e in India l’inflazione preoccupa, gli Stati Uniti sono in una posizione di forza relativa e hanno un vantaggio superiore a quanto non si ritenga comunemente. Penso che il problema economico principale sia la disoccupazione, ma al punto in cui ci troviamo, in cui il mercato azionario è solido e l’economia accelera, anche il mercato del lavoro comincerà ad accelerare, penso che assisteremo nuovamente a un’ondata di ottimismo nel mercato. Sono dell’opinione che in questo momento le opportunità superino i rischi. Il rischio percepito ruota attorno alla volatilità. Quello che spaventa le persone sono le fluttuazioni non giustificate“, queste le parole di Bill Miller.

“Nel gruppo delle piccole imprese di maggior qualità assistiamo a un ritorno alla redditività e registriamo margini più consistenti di quanto avremmo pensato. In generale vediamo che la forza economica si sta riaffermando. La volatilità dovrebbe essere vista come un elemento positivo invece che negativo”, conclude Chuck Royce.

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