Risparmio gestito – I mercati daranno soddisfazioni

Riportiamo la seconda ed ultima parte relativa alla view espressa da quattro dei principali gestori di Legg Mason, Hersh Cohen Chief Investment Officer e gestore del portafoglio senior di ClearBridge Advisors, Bill Miller Presidente, Chief Investment Officer e gestore del portafoglio di Legg Mason Capital Management, Chuck Royce, Presidente, Co-Chief Investment Officer e gestore del portafoglio di Royce & Associates e Steve Walsh, Chief Investment Officer, Western Asset Management, prima che si verificasse il disastro in Giappone.

“Come si deve interpretare il fatto che la Federal Reserve continui a ripetere che manterrà i tassi di interesse a livello zero per un periodo di tempo protratto? La risposta è che la Fed ritiene che l’economia abbia ancora molti problemi da risolvere. Il sentimento è migliorato e così anche le aspettative di aver appena superato i tre peggiori anni dopo la crisi del 29. Le società che deteniamo nel portafoglio sono stabili, hanno utili tangibili accresciuti, il prezzo delle loro azioni e la liquidità nei loro bilanci sono aumentate”, spiega Hersh Cohen.

In linea generale, si registra dell’ottimismo riguardo ai guadagni che gli investitori potranno incassare nei prossimi dieci anni. Bill Miller osserva che storicamente, a conclusione dei decenni in cui il rendimento dell’azionario è stato negativo (sulla base della performance delle componenti dello S&P fin dal 1925 e del NYSE tra il 1815 e il 1925), il tasso successivo del rendimento reale dell’azionario si è sempre avvicinato a un 10 per cento. Per il decennio che inizia Chuck Royce prevede un “livello medio buono” della performance. Secondo Hersh Cohen, considerando i bassi tassi d’interesse, del rapporto P/E (price/earnings) e i buoni utili delle aziende, la crescita del mercato “poggia su fondamenta adeguatamente solide”.
 
Tutti e quattro i manager si sono dimostrati entusiasti per il successo delle imprese di maggiore qualità con fondamentali solidi, in particolare di quelle che pagano stabilmente un dividendo. L’aspettativa è che le cospicue riserve di liquidità messe da parte dalle imprese negli ultimi 18 mesi dovrebbero essere distribuite agli azionisti sotto forma di dividendi.

Per i quattro partecipanti risultano interessanti anche le attività di portata globale. Steve Walsh, l’unico CIO del reddito fisso presente nel dibattito, riconosce con franchezza che i tassi di interesse in aumento potrebbero avere un impatto negativo sul valore delle obbligazioni, ma ricorda anche che per i risparmiatori che vogliano allontanarsi dai settori più difensivi dell’obbligazionario sono disponibili diverse buone opportunità, quali i titoli ad alto rendimento che potenzialmente beneficeranno dal trend di un consolidamento salutare dei bilanci delle aziende, i prestiti bancari, che nel caso di un tasso variabile proteggerebbero gli investitori dai tassi di interesse in aumento e infine il debito dei mercati emergenti, che sebbene abbia “dei prezzi forse troppo alti, inserirei in ogni portafoglio, paesi come il Messico, il Brasile e la Polonia offrono delle vere opportunità, oltre alla possibilità di un ulteriore guadagno sulla valuta”. Walsh ritiene inoltre esagerato l’attuale grado di pessimismo riguardo alle obbligazioni municipali Usa e fa notare che la preoccupazione di default locali non è realistica.

“In questo tipo di economia in via di miglioramento, lo strumento principale per gestire il rischio è quello di restare all’interno dello spettro dell’alta qualità e di continuare a risalirlo” spiega Bill Miller.
Quello presente è certamente un momento in cui le azioni di alta qualità, di qualsiasi capitalizzazione, avranno una buona performance” aggiunge Chuck Royce che conclude; “mi piacciono le aziende globali, ovunque esse siano localizzate ritengo che le opportunità che le aziende a bassa capitalizzazione offrono per i prossimi 10, 20 anni siano solide quanto lo sono state quelle offerte dalla stessa tipologia di aziende nel mercato americano di 20 anni fa”.

 

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