Risparmio gestito – Le conseguenze americane

“Questa notizia mette in luce alcune questioni di lungo termine che caratterizzano l’economia statunitense, ma avrà comunque un impatto non significativo sulle prospettive economiche nel breve periodo. La probabilità di un downdrade da parte dell’agenzia di rating appare bassa, considerando che i livelli del debito USA rispetto al PIL sono ancora molto inferiori a quelli che caratterizzavano altri mercati sviluppati, nel momento in cui sono stati interessati da declassamenti dello stesso tipo. D’altro canto, i programmi sanitari Medicare e Medicaid rappresentano un onere in crescita nel lungo periodo per l’economia, e se i costi non saranno tenuti sotto controllo o le entrate non saranno aumentate attraverso l’attuazione di altre misure, i livelli di debito continueranno a crescere. Repubblicani e Democratici stanno discutendo per giungere ad un accordo sul budget: se questo clima persisterà, l’incertezza porterà i costi del debito a livelli ancora superiori, aggiungendo un ulteriore fardello all’economia. Riconosciamo questi rischi, ma notiamo altresì che i dati economici recenti segnano una ripresa dell’occupazione, un aumento della spesa dei consumatori e degli investimenti da parte delle aziende, il che potrebbe rappresentare la base per una ripresa autonoma dell’economia e quindi per un rallentamento delle politiche di stimolo monetario attuate della Federal Reserve. Considerando la vivacità dell’attuale ciclo di M&A e i profitti in costante crescita, rimaniamo convinti che gli aspetti positivi superino quelli negativi e rimaniamo ottimisti sulle prospettive del mercato azionario US”. 

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