Giornata nazionale della previdenza, oggi la conclusione

Volendo sintetizzare i numeri non si può non partire dalle 3 conferenze principali e 6 grandi convegni aperti al pubblico nella sala parterre di Palazzo Mezzanotte, alle quali è prevista la partecipazione di policy maker, parti sociali, rettori docenti e studenti. Accanto a questi appuntamenti “principali”, nelle sale interne della sede di Borsa Italiana si svolgono 23 incontri, seminari e workshop sui temi più “caldi” della previdenza ai quali prenderanno la parola circa 100 relatori. In questo caso per partecipare, gratuitamente, occorrerà una preventiva iscrizione sul sito dell’evento (www.gnp2011.it). Infine ben 68 tra enti, fondi pensione e operatori finanziari, assicurativi e di servizi offrono presso i propri stand la possibilità di un’interazione diretta col pubblico attraverso incontri prenotabili su varie problematiche: iscrizioni, riscatti di laurea, recupero contributi, valutazione dei diritti e dei doveri dei lavoratori.

È così possibile per lavoratori e studenti incontrare in un unico luogo tutti gli enti che gestiscono forme di previdenza e di assistenza sanitaria integrativa, conoscere l’offerta di welfare integrativo, fare le opportune comparazioni, accedere direttamente alle informazioni e richiedere una ricca documentazione. Ai partecipanti sarà inoltre proposta la sottoscrizione di un “manifesto” a favore delle giovani generazioni per una “incondizionata riduzione del debito pubblico” e per il rafforzamento del “patto intergenerazionale italiano” che ha finora consentito ai padri di vedersi pagate le pensioni dai figli, ma che le trasformazioni normative oltre che economico-sociali di questi ultimi anni mettono a rischio se non si acquisirà la consapevolezza dei mutamenti intervenuti e delle nuove necessità in tema di previdenza integrativa sia individuale sia collettiva. Infine gli organizzatori hanno pensato di arricchire l’evento con una mostra che si ricolleghi alla storia ed evoluzione dei sistemi di previdenza sociale nel corso dei 150 dell’Unità d’Italia. Realizzata su 13 maxi pannelli, la rassegna analizza in modo semplice le varie fasi di formazione del sistema previdenziale italiano, inquadrandole nei periodi storici che si sono succeduti. Per rendere più agevole e ricca la lettura, ogni pannello presenta da un lato la sequenza dei provvedimenti normativi relativi alla previdenza sociale, dall’altro lato una descrizione del contesto storicoeconomico all’interno del quale le diverse leggi sono state emanate, il tutto corredato di illustrazioni e fotografie tratte dagli archivi storici di Inps, Inail, Corriere della Sera e Domenica del Corriere (Fondazione Rcs). L’esposizione è inoltre “moltiplicata” per sei, attraverso l’esposizione di pannelli di PVC nelle sei Università collegate alla due giorni milanesi, che successivamente verranno inviati in altrettante Università dove resteranno esposte per circa un altro mese.

Qui sotto un’intervista esclusiva con Giancarlo Morcaldo, commissario Covip 

Il 70% degli italiani non sa cos’è la previdenza integrativa. Il secondo pilastro, insomma, non sembra decollare. Come fare per riportare attrattività al sistema?

In parte la colpa è stata anche dei rendimento dei prodotti previdenziali che su base cumulativa spesso non sono stati capaci di battere il mercato.
In Italia poi i lavoratori non sono ancora coscienti della necessità di aderire a un fondo pensione complementare con l’idea di essere in grado di mantenere inalterato il tenore di vita al momento del pensionamento.
Al lavoratore bisogna mandare messaggi rassicuranti, dato che il sistema è comunque solido e bisogna fargli capire che le scelte vanno fatte da subito, proprio per avere una copertura previdenziale utile per le età future. Per farlo, però, bisogna che ci sia una politica economica che riporti, sulla base delle risorse disponibili, un ritorno alla crescere a ritmi sostenuti, viceversa la flessibilità, a comunicare da quella dei contratti lavorativi attuali, non può che portare a uno spiraglio negativo. In questi anni, insomma, è mancata una politica economica alla crescita. Speriamo il governo sia in grado di fornire provvedimenti adeguati. 
 
La Covip ha presentato al ministero dell’Economia il progetto di rivisitazione del decreto 703 del 1996. In cosa consiste?

Chiediamo l’allargamento dello spettro di investimento dei fondi per andare a cogliere il valore presente oggi sui mercati, come ad esempio nei Paesi emergenti. Per fare questo, tuttavia, servono professionalità nuove, capacità di analisi e conoscenza dei mercati tali da consentire di limitare i rischi. Bisogna che il sistema impari a crescere. Noi forniremo un’analisi dei punti di criticità. Ve la troverete il prossimo 25 maggio, all’interno della prossima relazione.
 
Oggi in Italia sono presenti più di 500 fondi pensione. Non sono troppi?
Si. Basti pensare che più di 350 fondi sono preesistenti alla riforma del 1993 e che da noi ci sono fondi pensione anche con 2 o 3 iscritti per fondo. Occorre sarebbe necessario portare avanti un
processo di concentrazione che consenta di aumentare i montanti, abbassare i costi e incrementare
il livello di trasparenza dei fondi stessi. Per quello che possiamo fare, noi stiamo cercando di consolidare il sistema spingendo alcuni a chiudere o a confluire in altri fondi e portarlo a raggiungere migliori risultati finanziari.
 

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