Risparmio gestito – I consigli di Schroders

Quanto durerà questa parentesi di debolezza?

La temporanea fase di debolezza dell’economia globale ha origine da un’inflazione elevata e dalle anomalie causate dal terremoto di Tohoku. Le aziende, alla luce di una flessione del fatturato e di un aumento delle scorte, sono state costrette a ridurre la produzione. Il sisma che ha investito il Giappone ostacola inoltre il rifornimento dei componenti necessari all’attività produttiva di diverse imprese. Se questa parentesi di debolezza, come riteniamo, durerà tutta l’estate, dobbiamo attenderci dati poco entusiasmanti anche nei prossimi mesi.

Si potrà parlare di ripresa nel momento in cui la domanda, e quindi il fatturato, ricominceranno a salire. Ma per una ripresa della spesa al consumo occorre anzitutto una stabilizzazione del prezzo del greggio e un calo dell’inflazione, due elementi che sostengono il reddito.

Nei prossimi mesi, la graduale normalizzazione dell’attività delle società giapponesi consentirà il ripristino della catena di approvvigionamento. A nostro avviso la ripresa avrà inizio con il terzo trimestre e si giungerà a un pieno recupero nel periodo ottobre-dicembre.


Default e spirale del debito: la quotidianità dei governi europei

La questione greca sembra essere più spinosa del previsto. I timori di un default della Grecia sono tornati prepotentemente alla ribalta quando si è capito che il Paese non sarebbe riuscito a finanziarsi nel corso del prossimo anno. Infatti il governo di Atene, che in base al primo pacchetto di salvataggio avrebbe dovuto raccogliere fondi nel secondo semestre del 2012, non sarà in grado di sostenere i tassi di interesse a 2 anni, attualmente superiori al 20%, anche se il mercato è pronto ad acquistare bond greci. Sembra ormai certo che il Paese dovrà ricorrere ancora una volta al Fondo Monetario Internazionale (FMI) e all’Unione Europea per ottenere nuovi prestiti e superare i prossimi 2 anni.
Le origini delle difficoltà che attanagliano la Grecia sono sotto gli occhi di tutti: non sono stati fatti progressi sufficienti nella riduzione del debito pubblico e il governo comincia solo ora e con estrema lentezza ad aumentare le tasse e a tagliare la spesa. Come se non bastasse, il FMI, dopo un’attenta analisi del bilancio nazionale, ha riscontrato una situazione più grave del previsto.

In passato, i governi che erano riusciti a ridurre il debito erano stati favoriti da una robusta crescita economica, vale a dire consumi sostenuti, un solido mercato residenziale, un buon livello di occupazione e un elevato gettito fiscale. Il governo inglese deve però fare i conti con l’attività economica pressoché piatta degli ultimi sei mesi. Nonostante i segnali di ripresa e le discrete performance di alcuni settori, la crescita non brilla e ostacola il conseguimento degli obiettivi di indebitamento. Anche se i piani, come riteniamo, saranno rispettati, esiste una concreta possibilità che il livello complessivo del debito si riveli superiore alle attese.

Cosa implica la fine del QEII per i mercati?

Cosa cambierà con la fine del QEII nel mese di giugno? Non ci attendiamo gravi ripercussioni sull’economia: la liquidità iniettata dalla Fed è infatti rimasta per lo più all’interno del sistema bancario, dal momento che gli istituti di credito non l’hanno trasformata in prestiti che potessero influire a livello congiunturale.

Gli effetti si sono tuttavia osservati sui mercati, dove si è registrato un aumento della fiducia proprio grazie alla determinazione della Fed a sostenere l’economia. Il fatto che gli investitori non si sentano abbandonati a sé stessi è molto positivo e ha spinto il dollaro al ribasso. La fine del QEII potrebbe determinare una modesta volatilità, almeno sino a che i mercati non si renderanno conto che gli effetti sull’economia non saranno rilevanti. A nostro avviso il dollaro potrebbe riprendersi leggermente, mentre il mercato azionario potrebbe soffrire di una lieve debolezza.

Cosa conviene in questo momento agli investitori?

Riteniamo che l’azionario rappresenti al momento l’investimento migliore. I titoli azionari offrono rendimenti piuttosto elevati, l’earnings yield è interessante e – se la parentesi di debolezza non si trasformerà in un double-dip e infine in una recessione – gli utili continueranno a crescere e le azioni dovrebbero rendere bene.

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