Efama, i fondi mondiali resistono nonostante l’Europa

Tiene la testa alta il sistema mondiale del risparmio gestito nel secondo trimestre del 2011. Gli asset in capo ai fondi di investimento si sono mantenuti sostanzialmente stabili nel periodo, attestandosi a quota 19,49 trilioni di euro, mentre i dati di raccolta netta hanno registrato un incremento di 45 miliardi portandosi a quota 147 miliardi. E’ quanto emerge dalla relazione realizzata da Efama (European Fund and Asset Management Association) e dall’Investment Company Institute per l’International Investment Funds Association, l’organizzazione che aggrega le associazioni nazionali dei fondi di tutto il mondo.

Lo studio, che tira le somme sul periodo tra aprile e giugno, l’ultimo per cui sono disponibili informazioni definitive a livello aggregato, prende in considerazione 45 Paesi. Tornando ai numeri, i dati di raccolta evidenziano, come anticipato, come gli afflussi nel sistema mondiale dei fondi siano risultati positivi per 147 miliardi, in miglioramento dai 102 miliardi del primo trimestre. Disaggregando il valore definitivo si evince tuttavia – come confermato anche dalle rilevazioni mensili a livello europeo – che il miglioramento è da attribuire essenzialmente agli Stati Uniti (dove la raccolta è salita a 66 miliardi di euro dai 38 miliardi del primo trimestre) e al Resto del Mondo (da 34 a 63 miliardi di euro), che hanno più che compensato il crollo registrato nel Vecchio Continente.

In Europa infatti gli afflussi si sono quasi dimezzati, passando da 30 a 18 miliardi di euro. E, come noto, il trend di peggioramento è proseguito anche nei mesi di luglio e agosto. Tornando all’andamento del sistema a livello globale, i fondi a lungo termine hanno visto nel secondo trimestre un incremento complessivo degli afflussi, cresciuti da 176 miliardi a 206 miliardi. Il calo dei fondi azionari, per cui la raccolta è scesa a 16 miliardi dai 45 miliardi del trimestre precedente -soprattutto sulla scia del peggioramento registrato negli Usa – è stato infatti più che compensato dal buon andamento delle altre categorie di prodotti.

Nel dettaglio, gli obbligazionari hanno visto un incremento degli afflussi da 42 a 70 miliardi di euro, con un contributo positivo arrivato sia dagli Usa sia dall’Europa, mentre per i bilanciati, la cui raccolta è passata da 33 a 40 miliardi di euro, la spinta è arrivata solo dal Vecchio Continente (negli Stati Uniti gli afflussi si sono ridotti da 15 a 9 miliardi di euro).

Bene anche i prodotti che rientrano nella categoria “altri fondi” per cui gli afflussi sono passati da 56 a 80 miliardi a livello mondiale. Si sono invece mantenuti negativi i monetari, pur riducendo i deflussi da 74 a 59 miliardi di euro (in questo caso a limitare le perdite sono stati gli Usa).  Quanto al numero complessivo dei fondi di investimento attivi a livello globale alla fine del secondo trimestre, questo si attesta, secondo Efama, a quota 80.415, così suddiviso: il 35% rappresentato dai fondi azionari, il 21% dai bilanciati e misti, il 16% dagli obbligazionari e il 4% dai monetari (il restante 24% rientra nella categoria “non classificati”).

Guardando invece alla distribuzione a livello mondiale degli asset gestiti dai fondi di investimento, emerge come la parte del leone la facciano Stati Uniti, con il 47,2% del totale, ed Europa, con il 30,4% (37,4% se si tengono in considerazione anche i fondi non Ucits). Nel dettaglio, i Paesi europei con un peso maggiore a livello mondiale si confermano il Lussemburgo (9,5% del totale), Francia (6%), Irlanda (4%), Regno Unito (3,5%) e Germania (1,3%). Dietro l’Europa nella top ten globale figurano poi Brasile, Australia, Giappone, Canada, Cina, Repubblica della Corea, Sudafrica e India.

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