Efama, il rosso non risparmia né l’Europa né gli Usa

La raccolta dei fondi di investimento a livello globale sprofonda in rosso nel terzo trimestre del 2011 sulla scia di quanto già riscontrato a livello europeo, mentre gli investitori si rifugiano nei bond nel tentativo di limitare l’impatto della crisi vissuta dai mercati mondiali nel periodo tra luglio e settembre. Secondo l’ultimo studio di Efama sul settore del risparmio gestito, che amplia lo spettro di analisi a 45 Paesi di tutto il mondo, la raccolta netta dei fondi di investimento ha girato in negativo nel terzo trimestre 2011, attestandosi a 104 miliardi di euro dopo i +147 miliardi portati a casa nel periodo aprile-giugno dello stesso anno.

Era dal terzo trimestre del 2008 che non si registrava una raccolta negativa a livello globale. Del resto i deflussi non fanno che confermare il trend già segnalato dalle rilevazioni sul settore europeo del risparmio gestito, che nel periodo tra luglio e settembre 2011 aveva visto risorse in uscita per 83 miliardi di euro dai +18 miliardi del periodo precedente. Entrando nel dettaglio dell’analisi condotta da Efama e dall’Investment Company Institute per conto dell’International Investment Funds Association – che riunisce le associazioni nazionali attive nel settore dei fondi di investimento -  il rosso ha riguardato nel terzo trimestre quasi tutte le categorie di prodotti.

A soffrire di più sono stati i fondi azionari, che a livello mondiale hanno visto deflussi per 79 miliardi nel periodo in esame: in Europa la raccolta è scesa a -43 miliardi dai +8 miliardi del trimestre precedente, mentre negli Usa il passaggio è stato da -7 a -48 miliardi di euro. Male anche i fondi bilanciati, per cui la raccolta è stata di -14 miliardi dai +40 miliardi del terzo trimestre: in particolare i deflussi hanno riguardato il Vecchio Continente, dove sono usciti 14 miliardi dai precedenti +23 miliardi, mentre negli Usa il periodo si è chiuso con +2 miliardi dai precedenti +9 miliardi.

Sono invece riusciti a mantenersi in terreno positivo gli obbligazionari, pur riducendo gli afflussi a 7 miliardi dai precedenti 70 miliardi: nel dettaglio la raccolta è risultata negativa per 22 miliardi in Europa, mentre si è mantenuta sopra lo zero negli Usa (+25 miliardi). Positivi infine anche i prodotti catalogati sotto la dicitura “altri fondi”, con afflussi netti per 28 miliardi (da 80 miliardi) a livello globale. La raccolta dei prodotti a lungo termine si è attestata dunque a -58 miliardi dai +206 miliardi affluiti nel periodo precedente: -78 miliardi in Europa da +45 miliardi e -13 miliardi negli Usa da +98 miliardi.

In rosso infine anche i fondi monetari, che hanno però limitato i danni nel periodo con deflussi ridotti da 59 a 46 miliardi di euro a livello globale: in Europa la raccolta è migliorata da -30 a -5 miliardi, mentre negli Usa è peggiorata (da -32 a -42 miliardi). Sul fronte del patrimonio in gestione al settore, gli asset a livello globale si sono ridotti invece del 4,7% nel terzo trimestre, portandosi a quota 18.850 miliardi di euro dai 19.490 miliardi del periodo aprile-giugno: per i fondi azionari – che alla fine di settembre detenevano il 36% del patrimonio investito nel settore – il calo è stato del 12,7% a quota 6.700 miliardi, mentre i bilanciati (che detengono l’11%) hanno visto una riduzione del 2,5% a 1.995 miliardi. In crescita invece gli asset in capo agli obbligazionari, saliti al 22% degli asset totali (4.200 miliardi), e quelli in capo ai monetari saliti a 3.500 miliardi, pari  complessivamente al 19% (il restante 12% fa capo a fondi “non classificati”).

Andando infine ad analizzare la distribuzione geografica degli asset, dall’analisi di Efama emerge come a fare la parte del leone siano ancora Stati Uniti con il 47,9% ed Europa con il 29,5%, che sale al 36,9% considerando anche i fondi non rispondenti alla normativa Ucits (il Paese più forte nel Vecchio Continente resta il Lussemburgo con il 9,2% del totale). Seguono in graduatoria Brasile, Australia, Giappone, Canada, Cina, Repubblica Coreana, Sudafrica e India con quote tra il 6% e lo 0,9%.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: