Ad van Tiggelen (Ing IM): Per l’azionario gli utili sono ancora importanti?

Nel 2011, gli utili delle società quotate sono cresciuti di un buon 12%, ma i listini azionari hanno registrato un calo. Per contro, i dati di gennaio sui risultati delle aziende sono stati peggiori del previsto e gli investitori si sono buttati sull’equity. In questi giorni sembra che contino solamente i dati macroeconomici, le politiche delle banche centrali e il rischio sistemico. La domanda quindi è: gli utili sono ancora importanti? La risposta è sì, almeno secondo Ad van Tiggelen, Senior Strategist di Ing Investment Management, che spiega: nel lungo periodo, gli utili sono l’unica cosa che conti realmente. Al tempo stesso, però, è altrettanto chiaro che i periodi in cui i mercati saranno guidati da fattori diversi sono sempre più e durano più a lungo. E purtroppo, risvolti inattesi sul fronte macroeconomico o rischi sistemici tendono a provocare cambiamenti più violenti nel sentiment di mercato rispetto agli utili, che di norma si modificano gradualmente. Perchè gli investitori sono così preoccupati dalle variabili macro rispetto a quelle micro:

– stabilità finanziaria: i livelli di debito a livello globale sono ai massimi e quindi la stabilità del sistema oggi rappresenta un problema e un rischio molto maggiore che in passato

– politiche non convenzionali: il livello dei tassi di interesse delle principali banche centrali è vicino allo zero e quindi le

politiche monetarie devono rinnovarsi, fornendo al mercato frequenti spinte tramite denaro a basso costo

– elevata correlazione: in un mondo globalizzato dove sempre più le banche centrali coordinano le proprie politiche, la

risposta di queste azioni è immediatamente e contemporaneamente visibile su diverse asset class

– hedge fund: il patrimonio in gestione detenuto da questi fondi è esploso nel 2011 raggiungendo oltre 2 mila miliardi di

dollari. Considerando che molti hedge fund hanno una strategia “global macro”, anche questo elemento propende a

ridurre l’interesse verso gli aspetti micro.

Negli anni, i fattori di cui sopra hanno guadagnato sempre più importanza ed è probabile che manterranno un ruolo rilevante anche in futuro. E data la forte attenzione verso le dinamiche macro e la crisi dell’euro, potrebbe non essere una coincidenza il fatto che il 2011 sia stato caratterizzato da intense fasi di atteggiamento “risk on” e “risk off”. Sebbene i dati sugli utili siano stati sorprendenti, con molte società che hanno riportato i migliori risultati di sempre, il mercato azionario Usa è l’unico ad aver registrato un lieve guadagno.

Altre aree hanno subito perdite evidenti, con i ciclici e i finanziari tra i più esposti. Nelle prime settimane di gennaio, invece, il quadro si è completamente ribaltato. I cambiamenti di trend non sono insoliti all’inizio dell’anno, ma quanto accaduto recentemente è una novità assoluta, con i migliori titoli del 2011 strapazzati e il prezzo dei peggiori esploso al rialzo. Come già ricordato, tutto ciò non ha nulla a che fare con i dati sugli utili. Gli investitori, semplicemente, sono meno preoccupati sulla crisi dell’eurozona dopo l’operazione di finanziamento straordinario alle banche da parte della Bce. A prescindere da ciò, gli utili avranno sempre un ruolo rilevante nel lungo periodo. Per il 2012 ci aspettiamo che la crescita globale degli utili sia prossima allo zero, questo dando per acquisita solo una lieve recessione in Europa. Questo significa che i mercati azionari dovranno essere sostenuti dalla volontà degli investitori a pagare più elevati multipli price / earnings. Le valutazioni attuali già offrono un po’ di spazio per una crescita nel rapporto P/E, specie in caso di ulteriore riduzione del rischio sistemico e sperando in una ripresa degli utili nel 2013.

La crisi è però ancora lontana dalla soluzione e al Bce sta paventando un rischio di liquidità. E qual è la possibilità che l’anno prossimo gli utili possano crescere, considerato che i margini aziendali oggi sono vicini ai loro massimi e che gli Usa adotteranno misure di austerity dopo le elezioni di novembre? Noi crediamo che queste possibilità siano minime. Riteniamo che il miglioramento pro-ciclico dei mercati azionari possa durare ancora per qualche tempo, ma non si tratterà di un trend costante per tutto l’anno. Non sarà “gennaio per sempre”. Nonostante ciò, crediamo che nel 2012 le azioni possano sovraperfomare le obbligazioni, dato che il senso di crisi sarà probabilmente meno forte e si comincerà a guardare all’Europa come a un’area in evoluzione. In questo contesto, gli investitori che si rifocalizzeranno sugli utili – e sulla crescita dei dividendi – saranno probabilmente ricompensati.

 

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