East Capital, sono Russia e Polonia le regine del momento

Sono Russia e Polonia i Paesi dell’area est europea su cui conviene puntare in questo momento. Parola di Marcus Svedberg e Aivaras Abromavicius, rispettivamente capo economista e membro del team di gestione di East Capital, che oggi hanno presentato l’outlook sui mercati per il 2012. La situazione mondiale a livello di crescita del Pil, hanno spiegato i gestori, vedrà un rallentamento della crescita economica nei paesi emergenti e una crescita minimale nelle economie sviluppate.

In questo contesto, “prevediamo che le maggiori economie dell’Est Europa e quelle meno integrate – come Russia, Asia centrale e Polonia – possano comunque continuare a crescere” nel 2012, mentre in generale nel medio e lungo periodo la crescita dell’area esteuropea sarà più moderata, ma anche più sostenibile. Dal punto di vista dell’aggregato famiglie, nell’area di interesse il livello di indebitamento è estremamente basso (la media dell’Ue è 12mila euro pro-capite, contro 130 euro in Russia, 280 in Turchia e 1480 in Polonia) e i consumi restano la componente maggiore dei rispettivi Pil, e quindi la maggiore fonte di crescita.

Anche per quanto riguarda le finanze pubbliche la situazione è rosea rispetto al mondo sviluppato con bassi livelli di debito pubblico e basse percentuali di deficit su Pil.”  In particolare in Russia la crescita – attesa fra il 4% e il 5% – sarà guidata dalprezzo del petrolio e da una forte domanda interna, mentre a sostenere la Turchia saranno alcuni settori dell’economia domestica in un contesto di solidi conti pubblici e politiche prudenti del sistema bancario.

Occhio infine alla Polonia, che, secondo i gestori “potrebbe sovraperformare ancora sulla scorta di una forte economia e della buona gestione da parte del Governo”. In questo momento di difficoltà, hanno concluso gli esperti, “riscontriamo la necessità di riposizionare i portafogli più velocemente  e più spesso.  In particolare abbiamo aumentato l’esposizione alla Russia in quanto riteniamo che nel breve ci sia una riduzione del rischio politico e che sia il mercato più interessante nell’area dal punto di vista delle valutazioni. Manteniamo una allocazione molto elevata nel settore energetico (sia gas che petrolio) mentre sottopesiamo decisamente il settore minerario-estrattivo”.

 

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