Fondi Ucits, nonostante la timida ripresa di dicembre il 2011 si chiude in rosso

Continua la lenta risalita a parabola dell’industria europea del risparmio gestito, anche se la raccolta rimane ancora in territorio negativo nell’ultimo mese del 2011. Secondo gli ultimi dati rilasciati da Efama, -che riunisce 24 associazioni europee e rappresenta oltre il 97% degli asset totali in capo ai fondi Ucits e non Ucits del Vecchio Continente – la raccolta netta dei fondi regolamentati secondo la normativa Ucits si è attestata lo scorso dicembre a quota -5,8 miliardi di euro, un altro piccolo passo avanti (+2,2%) dopo i -9 miliardi di novembre e i -30 miliardi di ottobre. Si tratta del miglior risultato del settore da aprile 2011, sintomo di una timida ripresa della fiducia dei consumatori sulla scia del rafforzamento della disciplina fiscale e delle misure introdotte a sostegno delle banche dell’area euro.

La raccolta totale registrata l’anno scorso dall’industria si attesta così a -90,3 miliardi di euro per i fondi armonizzati, un dato comunque ancora molto negativo se si confronta con i 171,7 miliardi affluiti nel 2010.  Analizzando più nel dettaglio i numeri di dicembre 2011, emerge che a rialzare la testa sono stati soprattutto i fondi azionari e obbligazionari: i primi hanno concluso il periodo ancora in rosso, ma limitando i deflussi a -6,2 miliardi dai -16,3 miliardi di novembre, portando così il totale da inizio anno a -62,6 miliardi, contro i +54,7 di fine 2010 (l’equity si conferma comunque come la categoria che ha sofferto di più l’anno scorso).

Per i bond invece, la raccolta è addirittura passata in positivo – per la prima volta da luglio 2011 – attestandosi a +3,8 miliardi dai precedenti -10,8 miliardi. Per questa categoria i deflussi accumulati da gennaio a dicembre ammontano a 19,1 miliardi di euro (+90,4 miliardi il dato del 2010). A mettere a segno la migliore performance dell’anno sono stati invece i fondi bilanciati, che hanno registrato afflussi per 15,8 miliardi nel 2011 (comunque in netto calo dai 63,1 miliardi del 2010) nonostante le sofferenze mostrate a dicembre (-2,6 miliardi) e a novembre (-0,3 miliardi).

Considerando anche i 2,2 miliardi defluiti dai prodotti catalogati sotto la dicitura “altri fondi Ucits” (+8,7 miliardi il dato complessivo del 2011), i deflussi dei prodotti a lungo termine si attestano a 7,1 miliardi a dicembre e a 57,2 miliardi nel 2011, dato quest’ultimo che si confronta con i 296,8 miliardi dell’anno precedente. Si mantiene positiva infine la raccolta dei fondi monetari (+1,3 miliardi a dicembre), pur mostrando un calo dai 19,7 miliardi raccolti il mese precedente (-33,1 miliardi i deflussi da inizio 2011). Quanto poi ai fondi non armonizzati alla normativa Ucits, questi visto affluire risorse per 14,8 miliardi a dicembre, in miglioramento dai 10,6 miliardi del mese precedente, e hanno chiuso il 2011 con una raccolta positiva per 93,4 miliardi (dai 163,5 miliardi dell’anno precedente).

Il dato complessivo che somma la raccolta dei fondi armonizzati a quella dei prodotti non Ucits si porta così a quota +8,9 miliardi a dicembre (dai 1,4 miliardi di novembre) e a 13,6 miliardi su tutto il 2011 (dagli oltre 335 miliardi di fine 2010). “Il 2011 ha mostrato una netta divisione tra il primo e il secondo semestre per quanto riguarda la raccolta dei fondi di investimento”, ha osservato Bernard Delbecque, direttore delle statistiche e della ricerca di Efama. “Se nella prima metà dell’anno, gli Ucits hanno continuato ad attrarre risorse nonostante inaspettati eventi negativi, come il terremoto in Giappone e le tensioni sui prezzi del petrolio, nella seconda parte del 2011 hanno infatti prevalso i timori per la crisi del debito sovrano dell’area euro, che si sono tradotti in una forte avversione al rischio da parte  degli investitori e in un conseguente crollo della domanda di fondi a lungo termine.

Dall’altro lato, i fondi speciali (riservati cioè a investitori istituzionali) sono riusciti ad attrarre risorse lungo l’intero 2011 grazie al contributo di compagnie assicurative, fondi pensioni e altri investitori istituzionali che hanno continuato a servirsi di questi veicoli”. Sul fronte patrimoniale invece, si riscontra un leggero spostamento, rispetto a fine 2010, verso i fondi non armonizzati alla normativa europea: gli asset in capo ai prodotti Ucits a fine 2011 ammontavano infatti a 5.542 miliardi di euro (il 72% del totale), a fronte dei 5.891 miliardi di fine 2010 (75%), mentre il patrimonio gestito dai prodotti non Ucits si è attestato a 2.201 miliardi (il 28% del totale) contro i 2.048 (25%) miliardi di un anno prima.

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