Legg Mason: il debito asiatico è ora una delle principali asset class

Gli investitori dovrebbero vedere ora il debito asiatico come una asset class tra le principali e non solo come una sottosezione dell’universo globale obbligazionario. A dirlo Liang Lian, gestore dei 737 milioni di dollari del fondo Legg Mason Western Asset Asian Opportunities Fund.

Secondo Lian, negli ultimi anni e gradualmente, il debito asiatico ha meritatamente stabilito un proprio status come classe di asset a se stante, anche se gli investitori devono ancora rivalutare il debito di questa regione. Per il manager gli indici obbligazionari globali tendono a sovrapesare consistentemente i mercati sviluppati, in particolare l’Occidente e il Giappone. Tuttavia, se è vero che ciò rispondeva alla quota che ogni regione aveva un tempo nell’economia globale, il graduale abbandono del debito del G-7 negli ultimi anni deve ancora essere riflesso in molti benchmark.

 Mentre nei tre decenni prima del 2000 l’economia mondiale ha conosciuto una sostanziale stabilità, “negli ultimi 10 anni, invece”, ricorda Lian, “si è instaurato un cambiamento marcato di questo trend e, se si analizzano le rispettive posizioni in termini di quote del Pil mondiale, i G7 hanno registrato un calo da circa due terzi alla metà. Tuttavia, il peso che l’Asia emergente ha nei benchmark globali, incluso il WGBI di Citibank, non arriva al 3%, il che mostra un divario incoerente rispetto alla realtà economica e alla distribuzione regionale all’interno dei benchmark”.

Inoltre, il trend di allontanamento dai paesi del G7 arriva in un momento nel quale le traiettorie dei rating sovrani mostrano una divergenza analoga. “Un decennio fa, solo tre tra le prime dieci economie dell’Asia avevano un rating S&P A o superiore”aggiunge il gestore. “Oggi questo rapporto è raddoppiato a sei economie emergenti, perché anche Hong Kong e Singapore ore hanno un rating AAA. Nel frattempo, nell’Europa occidentale, dove dieci anni fa i paesi avevano quasi tutti un rating A o superiore, i rating si sono chiaramente differenziati e persino il debito sovrano più sicuro è ora vulnerabile a declassamenti, come abbiamo visto nelle ultime settimane”. Lian ricorda infine come, rispetto agli anni passati, la volatilità dei mercati asiatici sia calata in maniera notevole, “proprio grazie al fatto che i decisori politici hanno ora strumenti adeguati per minimizzare le fluttuazioni valutarie indesiderate causate da forze esterne”.

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