Risparmio gestito: a gennaio la raccolta è ancora in rosso, cresce il patrimonio

Anche il primo mese del 2012 si è concluso in rosso per il sistema italiano del risparmio gestito, nonostante i deflussi si siano ridotti a un terzo rispetto a quanto registrato a dicembre 2011, mese peggiore di tutto l’anno. Secondo le ultime rilevazioni di Assogestioni, la raccolta netta delle società attive nel settore è risultata negativa a gennaio per poco meno di 4 miliardi di euro (-3,96 miliardi per la precisione), contro i 9,5 miliardi defluiti a dicembre.

Il miglioramento, come aveva pronosticato il mese scorso il presidente dell’associazione, Domenico Siniscalco, è attribuibile al buon andamento delle aste della Bce e alla politica monetaria espansiva di Europa e Stati Uniti, che hanno in parte contribuito a rasserenare il clima. Il rosso ha comunque riguardato anche a gennaio sia le gestioni di portafoglio – che hanno visto uscire complessivamente 791 milioni (-814 milioni la raccolta dei fondi retail e +24 milioni quella degli istituzionali) – sia le gestioni collettive, con deflussi per 3,2 miliardi, nonostante i 63 milioni entrati nei fondi chiusi, che non sono bastati a compensare i 3,2 miliardi usciti dai fondi aperti.

Anche entrando nel dettaglio dell’andamento dei fondi aperti – la categoria più popolata del settore – la mappa mensile compilata da Assogestioni fa emergere una sfilza di segni meno: i fondi di diritto italiano hanno perso 2,3 miliardi, mentre quelli di diritto estero hanno visto uscire 942 milioni. E a livello di tipologia di prodotto, fatta eccezione per i fondi definiti “non classificati” – che hanno concluso il mese con una raccolta netta positiva per 38 milioni di euro – tutte le altre categorie hanno visto prevalere ancora una volta i deflussi, pur limitando i danni rispetto a dicembre. Gli unici a registrare un peggioramento sono stati infatti i fondi azionari, con deflussi per 643 milioni contro i -511 milioni del mese prima, mentre gli obbligazionari hanno ridotto le perdite a 736 milioni dai precedenti -2,2 miliardi, così come i fondi bilanciati (-120 milioni da -353 milioni), i fondi flessibili -513 milioni da -1,2 miliardi) e gli hedge (-147 milioni da -182 milioni). La raccolta attribuibile ai prodotti a lungo termine si è portata così a fine gennaio a quota -2,1 miliardi di euro, dai -3,2 miliardi del mese prima. Completano il quadro gli 1,1 miliardi usciti dai prodotti monetari, in miglioramento dai -1,8 miliardi del mese prima.

Leggendo il rapporto mensile di Assogestioni si evidenzia d’altro canto una crescita sul fronte degli asset in gestione al settore rispetto alla rilevazione precedente, frutto della gestione e dell’effetto performance dei mercati, come segnala la stessa associazione: il patrimonio è infatti salito a quota 948 miliardi di euro, dai 938 di gennaio, equamente ripartito tra gestione collettiva, con il 49,5% (il 45% in capo ai fondi aperti e il 4,5% ai fondi chiusi) e gestione di portafoglio, con il 50,5% (il 10% in mano ai fondi retail e il 40,5% agli istituzionali).

Per quanto riguarda i fondi aperti, gli obbligazionari gestivano a fine gennaio circa 185,3 miliardi di euro (il 43,4% del patrimonio in mano ai fondi aperti) e gli azionari 96,2 miliardi (il 22,5%). A seguire i prodotti flessibili (63,1 miliardi, pari al 14,8%), i fondi monetari (47,4 miliardi, pari all’11,1%), gli hedge (9,5 miliardi, pari al 2,2%) e i non classificati (4,5 miliardi). La maggior parte degli asset risulta infine nelle mani dei fondi di diritto estero, che detengono il 64,3% del patrimonio, mentre ai fondi di diritto italiano fa capo il 35,7% circa.

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