Efama, i fondi europei ritrovano grinta

Anno nuovo, vita nuova. Almeno si spera. Certo è che nel primo mese del 2012 il settore europeo dei fondi di investimento ha ritrovato slancio, con i prodotti armonizzati alla normativa comunitaria tornati in terreno positivo dopo sette mesi consecutivi in rosso. Secondo le consuete rilevazioni di Efama, la  raccolta netta dei fondi Ucits si è attestata a gennaio a quasi 25 miliardi di euro (24,7 per l’esattezza), un livello che non si toccava da febbraio 2011 e che si confronta con i -5,8 miliardi defluiti a dicembre. Se si considerano anche i 6,8 miliardi affluiti nelle bcasse dei prodotti non Ucits (in calo dai 14,8 miliardi di dicembre), la raccolta complessiva di gennaio si porta così a 31,5 miliardi, dagli 8,9 miliardi di fine dicembre.

“Il 2012 è iniziato con una nota di cauto ottimismo, complici anche le misure di politica monetaria intraprese dalla Bce a dicembre che, insieme agli incoraggianti dati economici arrivati dagli Stati Uniti, hanno contribuito a migliorare il sentiment degli investitori, spingendoli nuovamente verso i prodotti a lungo termine”, ha commentato Bernard Delbecque, direttore delle statistiche e della ricerca dell’associazione europea, che rappresenta oltre il 97% degli asset totali in capo ai fondi Ucits e non Ucits del Vecchio Continente attraverso 24 associazioni nazionali.

Entrando nel dettaglio della raccolta realizzata dai prodotti armonizzati – la categoria più consistente, a cui fa capo il 72% degli asset – i dati mostrano un miglioramento mese su mese per tutte le tipologie di prodotti. Primi tra tutti gli azionari (positivi per la prima volta da maggio 2011), che hanno chiuso gennaio con afflussi per 3,9 miliardi dopo i 6,2 miliardi defluiti a dicembre, e gli obbligazionari, che hanno messo a segno una raccolta di13,4 miliardi, 9,6 miliardi in più rispetto al mese precedente. Questi, insieme ai fondi bilanciati che hanno raccolto 2,2 miliardi (da -2,6 miliardi) e ai prodotti definiti “altri Ucits”, ancora in rosso per 800 milioni dai -2,2 miliardi di dicembre, portano le risorse affluite nelle casse dei fondi a lungo termine a quota 18,8 miliardi (a dicembre erano usciti 7,1 miliardi).

La ripresa ha interessato anche i fondi monetari, che hanno raccolto sei miliardi dagli 1,3 miliardi di dicembre, mentre, guardando ai prodotti non armonizzati, il calo è attribuibile essenzialmente ai fondi speciali (riservati cioè a investitori istituzionali), che hanno registrato un calo degli afflussi a 6,4 miliardi dai precedenti 12,7 miliardi, mentre gli immobiliari hanno mantenuto la rotta con afflussi stabili per 600 milioni di euro. Infine, sul fronte patrimoniale, alla fine di gennaio gli asset in gestione al comparto ammontavano complessivamente a 7.941 miliardi di euro, il 2,5% in più rispetto al 31 dicembre 2010, di cui 2.230 in capo ai prodotti non Ucits (+1,3% su mese) e 5.711 miliardi in capo ai fondi armonizzati (+3%), più precisamente: oltre la metà di questa cifra risulta affidata a equity e bond, che alla fine di gennaio gestivano rispettivamente il 33% e il 27% del patrimonio, mentre ai fondi bilanciati fa capo il 16% degli asset, ai monetari il 19% e agli “altri Ucits” il 5%.

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