Feldstein: il dollaro continuerà a indebolirsi per altri cinque anni

Certo l’Europa non sta vivendo un bel momento, tra continui conflitti politici e diversi interessi, ma di certo “la moneta unica non crollerà”. A dirlo in un’intervista al Corriere della Sera, l’economista conservatore Martin Feldstein, professore ad Harvar e presidente emerito del National Bureau of Economic Research, che ha anche sottolineato che potrebbe aspettarsi un’uscita dalla zona euro della Grecia o del Portogallo, “m non l’Italia e nemmeno la Spagna che pure ha le sue difficoltà”.

OlA parte le parole di apprezzamento al governo Monti, l’economista americano avverte che l’emergenza non è ancora finita, neanche per l’America che vive una fase di crescita. “Spero che duri e che si consolidi, ma quello che vedo somiglia più a una tregua che a una vera ripresa”, continua Feldstein. “Se a fine anno verranno lasciati scadere (e quindi cancellati) gli sconti fiscali dell’era Bush, nel 2013 anche gli Usa torneranno in recessione”.

Una possibile spinta alla crescita la può dare la crescita demografica e “il recupero di ricchezza spendibile generata dall’aumento delle quotazioni in Borsa. E poi c’è il dollaro che secondo me continuerà a indebolirsi per i prossimi cinque anni. Questo alla lunga dovrebbe avere un effetto di bilanciamento: il dollaro debole fa crescere il prezzo delle importazioni spingendo gli americani verso beni e servizi prodotti negli Stati Uniti”. L’economista settantaduenne inoltre crede che un’altra operazione di liquidità da parte della Fed, il quantitative easing, “sia poco efficace, oltre che molto rischioso. Si possono ancora abbassare, ma di molto poco, i tassi d’interesse a lungo termine”.

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