Chan (Allianz Gi): “Perché le azioni asiatiche hanno ancora appeal”

“E troppo tardi per comprare azioni asiatiche?”: Raymond Chan (nella foto), chief investment officer per l’area dell’Asia-Pacifico di Allianz Global Investors parte da questo interrogativo per spiegare la sua visione riguardo alle prospettive dei mercati finanziari dell’Estremo Oriente. Durante un intervento alla Asian Conference organizzata oggi a Berlino da Allianz Gi, Chan ha spiegato perché, secondo lui, le azioni di molti paesi asiatici sono ancora attraenti nonostante le buone performance degli ultimi mesi e anni. “Innanzitutto”, ha ricordato Chan, “vanno osservati i multipi dei titoli: mentre negli Stati Uniti il rapporto medio tra prezzo e utili (P/E) delle azioni è pari a 18, in Asia siamo attorno a 12,8”. Si tratta di un livello tuttora inferiore al P/E medio di 14,5 che si registrava sui mercati orientali nell’ottobre del 2009, un anno dopo la crisi finanziaria internazionale successiva al crack di Lehman Brothers.

SOTTOVALUTATI DAL MERCATO – Per Chan, insomma, ci sono ancora parecchie azioni asiatiche che vengono sottovalutate dal mercato e occupano una quota ancora modesta nel portafoglio dei fondi che hanno un asset allocation globale. La ragione è che ci sono molti investitori che non si fidano (o si fidano poco) dei titoli dei paesi emergenti giudicandoli rischiosi, non tenendo però conto di alcuni punti di forza dell’economia e dei mercati asiatici. I listini orientali stanno infatti diventando molto meno volatili degli anni scorsi mentre c’è una notevole stabilità politica e un orientamento alle riforme economiche in tutti e quattro i paesi-chiave di quest’area geografica: Cina, India, Indonesia e anche in Corea del Sud, dopo l’elezione del nuovo presidente Moon e l’impeachment dell’ex capo di stato Park.

FOCUS SULLE SMALL CAP – Mentre i listini azionari asiatici sono ancora esposti su settori tradizionali, Chan vede invece un notevole potenziale di crescita soprattutto per alcuni settori più innovativi e in forte di sviluppo come quello dei beni di consumo, il comparto dei servizi e la tecnologia, che beneficiano di una crescita strutturale dell’economia e della società orientali. Le maggiori opportunità, secondo il gestore di Allianz Gi, ci sono oggi tra le small e mid cap, le società a piccola e media capitalizzazione i cui titoli, negli ultimi 12 mesi, hanno avuto in borsa performance inferiori a quelli delle società più grandi. A livello geografico, invece, Chan ritene attrattive le azioni della Corea del Sud, che sono scambiate sul mercato con valutazioni interessanti e da anni garantiscono un buon flusso di dividendi. Basti pensare che nel 2016 la quota di azioni coreane che hanno distribuito utili agli azionisti sotto forma di dividendi ha raggiunto il livello-record del 72%, contro il 62% del 2012.

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