Addio Merkozy: la vittoria di Hollande è un male necessario

Francois Hollande è la medicina amara e la sua vittoria alle elezioni presidenziali francesi è un “male necessario”. È l’opinione di John Bennett, director of European equities di Henderson Global Investors che ha analizzato gli effetti della vittoria del candidato socialista e il suo significato per il resto dell’eurozona.

“Rompe l’asse Merkozy”, commenta il manager, “che ha governato le politiche dell’eurozona negli ultimi anni. Anche se Sarkozy, con un po’ di presunzione, avrebbe potuto pensare che la sua partnership con il cancelliere tedesco Angela Merkel fosse alla pari, era chiaro che le politiche europee fossero guidate dal pensiero tedesco. Sfortunatamente, la medicina dell’austerità prescritta dall’asse stava portando il paziente europeo alla morte, in particolare i suoi membri più malati non abbastanza forti da sopportare il dosaggio”. Ora con Hollande, che ha affermato di voler rinegoziare il fiscal compact concordato dagli stati membri, si potrebbe aprire la strada a un periodo d’instabilità, con le agenzie di rating che faranno sentire il loro disappunto, ma un “tale provvedimento nasce dal pragmatismo di chi sa che serve fare qualcosa in più per promuovere la crescita”.
 
Per Sarkozy, un cambio di marcia così improvviso sarebbe stato difficile se non impossibile. Per Hollande, invece, è relativamente facile dal momento che la sua vittoria gli dà mandato per il cambiamento. “La Germania sarà in grado di tollerare un tale cambio di approccio?” si chiede  Bennett. Probabilmente sì, anche perché l’unica alternativa è rischiare di rimanere isolati dalle dinamiche dell’eurozona. I mercati perdoneranno? Probabilmente sì, altrimenti l’Europa rischia di diventare un caso da manuale del cosiddetto Paradosso del Risparmio. Cambiare l’approccio e concentrarsi maggiormente nel far muovere ancora l’Europa piuttosto che in implacabili tagli è esattamente ciò che il dottore dovrebbe prescrivere”.

In termini di posizionamento, Bennett rimande dell’opinione che nonostante l’attuale scenario sia possibile comporre un portfolio di titoli accuratamente selezionati, dotati di una certa liquidità e di valutazioni interessanti. In un momento in cui i leader del mondo occidentale stanno tentando disperatamente di gestire l’inflazione, “ci sembra significativo che aziende globali basate in Europa abbiano il potenziale di ricompensare in modo straordinario l’investitore paziente”.

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