Raiffeisen Capital Management, occhi ancora sulla Cina

Nella maggior parte dei mercati azionari dei paesi emergenti è proseguito ad aprile il consolidamento iniziato a marzo. Gli sguardi, spiegano gli esperti di Raiffeisen Capital Management, rimangono rivolti soprattutto allo sviluppo congiunturale proveniente da Pechino, che sarà seguito con estrema attenzione. Evidentemente, sottolineano gli analisti, “questo non manca di una certa ironia. Per decenni quasi ogni notizia ufficiale proveniente dal ‘campo socialista’ e quindi anche dalla Cina era giudicata dal mondo occidentale innanzitutto come pura propaganda. Da allora non è cambiato molto né nel sistema politico, né nelle strutture di potere e negli strumenti economici della Cina”.

“Ultimamente le paure di un imminente e più forte calo economico in Cina sembrano nuovamente perdere consistenza. Questo però potrebbe cambiare in un batter d’occhio. Eppure, ogni dato interpretato in modo positivo proveniente da Pechino al momento fa tirare un sospiro di sollievo sui mercati finanziari internazionali. Ovviamente, il problema dell’affidabilità delle statistiche ufficiali non si limita solamente alla Cina. In un periodo, in cui la fiducia dei mercati finanziari è diventata un obiettivo da raggiungere piuttosto importante per politici ed esponenti delle banche centrali, sarebbe opportuno mettere in discussione ogni statistica ufficiale e controllare la sua plausibilità – anche negli Usa e nell’Ue”.

“Dobbiamo ricordarci che l’ammissione della Grecia di aver manipolato dati riguardanti il deficit non ha certamente causato l’attuale crisi del debito europeo, ma, alla fin fine, ne ha dato l’avvio. Da allora, i governi e le banche centrali sono ancora più disposti, all’occorrenza, a mentire prontamente con ogni mezzo disponibile e il più a lungo possibile sulla vera situazione. Per quanto possano essere effettivamente veritieri i dati di Pechino, essi hanno, in primo luogo, allontanato le preoccupazioni di un imminente ‘hard landing’. Sono giunte per lo più notizie positive anche dall’economia statunitense”.

“Con un provvisorio +2,2% (annualizzato), l’economia Usa è cresciuta notevolmente nel primo trimestre – anche se in modo inferiore alle recenti attese della maggior parte degli analisti. La crisi del debito dell’Eurozona rimane un elemento negativo pesante. Il rischio imminente di altri default statali, grazie all’intervento della Bce è sicuramente sceso molto per il momento. Gli errori fondamentali di costruzione dell’euro non possono essere ovviamente alla lunga compensati in questo modo”.

“ Nei prossimi mesi saranno soprattutto gli sviluppi politici nei singoli paesi europei a influenzare i mercati finanziari. Mentre la mancata rielezione del presidente francese Sarkozy ha sorpreso poco e le sue ripercussioni dovrebbero essere, in un primo momento, gestibili, il risultato delle elezioni parlamentari in Grecia dovrebbe impegnare i mercati ancora per un po’ di tempo. Per quanto riguarda la congiuntura, in molti paesi emergenti prosegue una leggera ripresa economica e nei prossimi mesi potrebbe assolutamente esserci l’una o l’altra sorpresa congiunturale positiva. I tassi d’inflazione scendono quasi ovunque e questo trend dovrebbe continuare così”.

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