Natixis, l’uscita dall’euro non salverà la Grecia

Niente da fare: la salvezza per Atene non c’è neanche fuori dalla zona euro. Almeno, questo è quanto sentenzia un report di Natixis dedicato proprio alla storia infinita della Grecia. L’eventuale abbandono della moneta unica infatti, che per alcuni sembrerebbe sempre più probabile, “non aiuterebbe il paese a risolvere i suoi problemi economici” e metterebbe in evidenza “l’assenza di solidarietà nell’area dell’euro e potrebbe anticipare altre uscite di paesi con caratteristiche simili”.

“L’uscita dalla zona e la svalutazione della moneta”, sottolineano gli analisti di Natixis, “non aiuterebbe l’economia greca; le perdite per gli investitori pubblici e privati sarebbero notevoli e la sua uscita rischierebbe di avere un effetto contagio su altri paesi di Eurolandia”. Una svalutazione della moneta greca, infatti, avrebbe come effetto quello di accrescere i prezzi delle importazioni, mettendo in forte difficoltà il paese che possiede già un’industria di piccole dimensioni e che registra importazioni molto superiori alle esportazioni.

Anche dopo la ristrutturazione del debito greco all’inizio del 2012, osservano gli analisti di Natixis, “una svalutazione o un default della Grecia condurrebbe a perdite sostanziose” in particolare per il settore pubblico europeo. Queste perdite “dovrebbero essere in fine coperte dai governi europei, il che aggraverebbe la situazione delle loro finanze pubbliche nel momento peggiore”. Dopo la ristrutturazione, infatti, rileva la banca francese, il debito greco è detenuto al 34,7% dall’Efsf (107,7 miliardi di euro), al 20% da banche straniere (62 mld), dalla Ue al 17% (52,9 mld di euro), dalla Bce al 14,5% (45 mld), dalle banche greche al 7,4% (23 mld), dal Fmi al 6,5% (20,1%).

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