Threadneedle: ecco perché siamo positivi sull’oro

Positivi sulle commodities in generale, in un mondo in continua evoluzione. Questo è quanto emerge da un recente report di Threadneedle a cura di David Donora, responsabile del settore per la società. Che spiega perché continuare a credere nelle materie prime. Tre su tutte: petrolio, gas e oro.

Cominciamo dal greggio. La domanda da parte dei mercati emergenti sosterrà i prezzi nel lungo periodo. Come risultato di nuove scoperte e sviluppi tecnologici, poi, l’aumento della produzione negli Stati Uniti darà al Paese un vantaggio di costo sull’Europa. “I prezzi del greggio Brent e Wti si sono mossi in tandem per 30 anni”, ricorda Donora, “ma a partire dal 2010 hanno iniziato a divergere notevolmente”.

Quanto al gas, dopo il terremoto di Fukushima in Giappone si è fermato un gran numero di reattori nucleari. Sono aumentate invece le importazioni di gas naturale liquefatto, proprio per soddisfare il fabbisogno energetico. Di conseguenza, il mercato del gnl è diventato più ristretto e i prezzi sono aumentati a 16-17 dollari per mbtu. Le economie europee nel frattempo tendono a pagare 10-13 dollari, dal momento che i prezzi sono legati alla quotazione del Brent.

“Rimaniamo positivi sulle prospettive per il prezzo dell’oro”, conclude Donora. Il picco dei primi anni ‘80 ha portato a un aumento della produzione del 60% nei successivi cinque anni e a un seguente ripiegamento. “In questo mercato toro però non abbiamo visto tale aumento della produzione, malgrado l’incremento significativo dei valori. Inoltre, la domanda rimane forte, con le banche centrali che si trasformano in acquirenti netti”.

In conclusione, “l’offerta e la domanda di base sono positive per diversi prodotti e noi crediamo di poter continuare ad aggiungere valore per gli investitori continuando con il nostro approccio attivo“.

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