Pimco, come gestire il dividend cliff

INVESTIRE IN DIVIDENDI – Indipendentemente dall’esito dei negoziati sul “fiscal cliff” statunitense, chi investe in dividendi non potrà più godere di un’aliquota fiscale favorevole del 15%. Le azioni a dividendo continueranno a essere interessanti, ma per alcune l’aumento delle imposte potrà incrementare la volatilità dei prezzi nel breve termine. A spiegare perché oggi è meglio rivolgersi a fondi che investono in azioni ad alto dividendo su scala globale è Raji O. Manasseh (nella foto), product manager delle strategie sui dividendi di Pimco presso l’ufficio di Newport Beach, California.

Quali sono i titoli che rischiano di più?
Molte azioni a dividendo rientrano in piani pensionistici a tassazione differita (fondi pensione, n.d.r.) che non risentiranno della variazione delle imposte. I titoli più a rischio sono quelli nelle mani degli azionisti statunitensi, più vulnerabili a un aumento delle imposte. Di conseguenza, il rendimento da dividendi sarebbe per loro meno interessante e darebbe il via alla caccia verso investimenti più proficui, facendone scendere le valutazioni.

La volatilità a breve delle azioni ad alto dividendo graverà sulle società statunitensi?
Sì, tra cui quelle attive nelle telecomunicazioni e nei servizi di pubblica utilità, che distribuiscono un dividendo superiore al 3% e che hanno attirato molti investitori. Il rischio per questi due settori è aggravato dal fatto che presentano già valutazioni elevate rispetto al resto del mercato. In base alle nostre stime, i multipli del rapporto tra prezzo e utili delle azioni ad alto rendimento sono saliti anche per riflettere il trattamento fiscale favorevole che hanno avuto finora. La ricalibratura delle aliquote implica il rischio di una forte compressione dei multipli.

Come evitare allora il “dividend cliff”?

Gli investitori internazionali non subiscono le variazioni delle imposte negli Stati Uniti e il rendimento da dividendi è ancora interessante. Per esempio, una società latinoamericana di servizi di pubblica utilità con azionisti in Europa, Asia e Medio Oriente che non risentiranno della variazione fiscale negli Stati Uniti difficilmente registrerà un calo della domanda di titoli. Invece, la maggior parte degli investitori statunitensi punta molto sul mercato locale, dunque fondi comuni e azioni a dividendo sono più a rischio.

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