Il canale più forte? Quello dei promotori finanziari

UN ANNO DI RISPARMIO – “L’industria finanziaria italiana ha dovuto fronteggiare una progressiva caduta della propensione al risparmio delle famiglie. La proporzione del reddito risparmiato, che solo qualche anno fa era pari al 13-14%, si è ridotta nel 2011 all’8,8% e probabilmente quest’anno il valore sarà ancora più contenuto”. È così che Massimo Scolari, segretario generale di Ascosim, l’associazione delle sim di consulenza, riassume la situazione.

Quale canale di distribuzione si è rivelato il più efficace, quest’anno, dal suo punto di vista?
Nel periodo tra gennaio e settembre, nel settore del risparmio gestito l’apporto da parte delle reti di promotori finanziari è stato pari a 5,8 miliardi di euro, valore che compensa quasi totalmente i deflussi di risorse registrati dagli altri canali, consentendo al sistema fondi la chiusura con un bilancio prossimo al pareggio.

I maggiori segnali di vitalità sembrano arrivare dagli operatori stranieri. Come mai?
Nei primi dieci mesi dell’anno la raccolta negativa dei fondi di diritto italiano è stata compensata da una raccolta positiva dei fondi di diritto estero. Ciò è avvenuto nonostante il cambiamento del regime fiscale, che in passato aveva penalizzato i fondi italiani. È evidente che la progressiva caduta della quota di mercato dei fondi domestici ha una motivazione più profonda e strutturale.

C’entra il legame con il sistema bancario, di cui si parla da anni?
L’eccessiva dipendenza delle società di asset management italiane dalle banche è uno dei motivi che ha impedito, salvo pochi casi, lo sviluppo di realtà italiane indipendenti in grado di competere efficacemente con i gruppi internazionali.

A livello fiscale, quali interventi dell’attuale governo hanno pesato di più sull’industria? E a suo avviso quali potrebbero pesare maggiormente nei prossimi mesi?
Il governo italiano ha dovuto attuare numerosi provvedimenti fiscali indispensabili, in una fase di profonda instabilità dei mercati finanziari della zona dell’euro, per ridurre il disavanzo pubblico. L’aumento della tassazione delle rendite finanziarie, l’imposta di bollo sui depositi amministrati nonché l’imposta sugli immobili hanno avuto un impatto significativo sulla già ridotta capacità di risparmio delle famiglie. La prospettata applicazione della tassazione sulle transazioni finanziarie – la cosiddetta Tobin tax – potrebbe ulteriormente penalizzare gli investitori. 

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