Allianz GI, il cambio di governo in Italia toccherà gli investitori internazionali

POLITICA AL CENTRO DELL’ATTENZIONE – La politica italiana potrebbe ritornare al centro dell’attenzione degli investitori nelle prossime settimane, con le elezioni italiane del 24 e 25 febbraio. Parola di Neil Dwane, cio per l’Europa di Allianz Global Investors, che prevede un “ampio dibattito su qualsiasi nuova leadership futura, a meno che non risulti il riflesso della ‘vecchia Italia’ qualora l’esito finisse per coincidere con un’approssimativa coalizione di diverse fazioni”.

IMPATTO SUGLI INVESTITORI INTERNAZIONALI – Mentre permane l’inevitabile incertezza circa l’esito delle elezioni, continua Dwane, “attualmente i sondaggi indicherebbero al primo posto la coalizione di centro-sinistra che, come nel caso del Congresso Usa, controllerebbe la Camera ma non il Senato”. In questo momento invece “sembrerebbe che Mario Monti – reso meno popolare dai piani di austerity – potrebbe non far parte di questa coalizione”. Dwane ritiene che questo cambiamento nella composizione della squadra di governo potrebbe in parte influenzare la fiducia degli investitori internazionali. La coalizione di destra con il ritorno di Silvio Berlusconi, prosegue il manager, sembrerebbe invece “posizionarsi alle spalle dell’allenza di centro-sinistra, mentre il partito in crescita del “voto di protesta”, guidato dall’ex comico Beppe Grillo, rappresenterebbe la principale incognita”.

MISURE PROGRAMMATICHE – In ogni caso, conclude Dwane, anche se “le elezioni sono oggi in prima pagina, nel secondo trimestre del 2013 l’aspetto fondamentale da valutare sarà la direzione delle misure programmatiche del governo. L’austerity di Monti è una realtà i cui benefici iniziano solo ora a essere percepiti. Tuttavia, l’annullamento o l’allentamento di queste misure potrebbero diventare un motivo di preoccupazione, specialmente perché per il Sistema-Italia sarebbero sufficienti limitati tagli di bilancio per raggiungere un punto di equilibrio e bloccare così l’aumento del debito pubblico – diversamente dalla difficile situazione di Spagna, Francia e Regno Unito, i cui disavanzi di bilancio sfiorano il 10% del Prodotto interno lordo”.

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