Zeitouni (Candriam): “Così investiamo sui campioni del digitale”

Cesar Zeitouni (nella foto) è un ingegnere delle telecomunicazioni che segue il settore tecnologico fin da quando ha mosso i primi passi nel mondo del lavoro, prima come consulente e poi come asset manager. Ed è proprio in quest’ultima veste che Zeitouni ha elaborato una strategia di gestione per puntare sui titoli di aziende del comparto digitale attraverso un fondo di investimento a volatilità contenuta. Si tratta del Dynamic Long Short di Candriam che ha come obiettivo un rendimento annuo del 3-5% (tra gennaio e giugno ha già guadagnato il 4% circa) , accompagnato da una volatilità del 3-7%, che, per un fondo azionario, è certamente bassa.

“Nel portafoglio globale di un investitore, il fondo che gestisco può rappresentare una valida alternativa a un prodotto obbligazionario tradizionale o che investe nei titoli high yield”, dice Zeitouni, che ricorda come il mercato dei bond oggi si trovi in una fase particolare, visto che i tassi d’interesse sono ai minimi storici e, quando torneranno a crescere, daranno probabilmente il via a un ciclo negativo per i prezzi dei titoli a reddito fisso già emessi sul mercato.

LANCIO IN ITALIA – Presente sul mercato francese, il Candriam Dynamic Long Short verrà lanciato anche in Italia il 26 giugno. Investe nei titoli del comparto digitale con strategie long/short, cioè puntando sia sui rialzi che sui ribassi delle azioni. “E’ importante sottolineare che quando si parla di digitale” aggiunge Zeitouni, “ormai non si fa più riferimento soltanto al settore dell’information technology”. Le attività produttive che caratterizzano il mondo dell’industria e quello dei servizi, infatti, oggi stanno vivendo un processo di profonda digitalizzazione.

Il gestore di Candriam ricorda anche che, secondo la classificazione fatta dalla società di ricerche Gartner, le innovazioni tecnologiche delle aziende hanno di solito un ciclo che si articola in 5 fasi. C’è un primo step (durante il quale il gestore sceglie di non investire mai) che è caratterizzato da grandi aspettative sugli effetti generati dall’innovazione stessa. Poi c’è una fase di disillusione dove si scopre che certi titoli sono sopravvalutati e allora conviene andare short, cioè puntare sui loro ribassi. Segue un terzo step in cui, a causa di un pessimismo eccessivo, alcune azioni risultano invece sottovalutate. E’ qui che conviene andare invece long, cioè acquistare i titoli con una approccio rialzista, per poi tornare ad avere una strategia short quando la tecnologia è matura e la produttività da questa generata torna a essere piatta.

TRA RIALZI E RIBASSI – I titoli su cui investe il Candriam Dynamic Long Short si dividono sostanzialmente in tre categorie. Ci sono i cosiddetti campioni digitali come i colosso della rete Google, il leader dell’open source Red Hat o la compagnia di telecomunicazioni Orange su cui il fondo investe soltanto con delle strategie long, poiché si tratta di azioni che beneficiano di un trend di crescita di lungo termine. Poi ci sono altri titoli classificati come Winners o Loosers, sui quali vengono messe in atto strategie sia long che short. Si punta cioè sui rialzi delle aziende che sono riuscite a vincere le sfide nella loro area di business (per esempio la società di consulenza Capgemini o la web company Scout24) e si scommette sui ribassi di quella aziende che invece non sono riuscite a tenere il passo dei leader. Infine, c’è una terza categoria di titoli su cui vengono attuate strategie opportunistiche long/short con operazioni di trading e con una rotazione del portafoglio più frequente, a causa di eventi speculativi  legati all’attualità come le operazioni di fusione e acquisizione o il consolidamento di alcuni settori.

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