Astolfi (M&G Italia): bisogna investire con un’ottica globale

Pensiamo che sia solo l’inizio di un possibile bull market. Guardando avanti, stiamo cominciando a vedere lo sviluppo di prospettive più positive proprio per gli Stati Uniti, dove vediamo una ripresa economica migliore rispetto all’Europa. Così parla Matteo Astolfi, country head di M&G in Italia, a proposito del recente record del Dow.

E cosa ora si aspetta dal listino americano? Continuerà a salire?
Potrebbe continuare a salire e a trainare al rialzo diversi mercati azionari in tutto il mondo, proprio come stiamo vedendo in questi giorni, con i buoni risultati messi a segno anche dalle Borse europee a dispetto dei fondamentali e dell’Asia Pacifico. Tuttavia, al possibile rialzo si accompagnerà una volatilità ancora elevata e i mercati potrebbero vivere sulle montagne russe ancora per un po’.

Gli investitori retail italiani come possono approfittare di questo recupero?
In questi momenti bisogna agire con cautela e rimanere concentrati sui propri obiettivi di investimento. Considerato che in media gli investitori italiani sono tendenzialmente orientati alla prudenza, una buona opzione potrebbe essere affidarsi a buoni prodotti bilanciati e ben diversificati oppure a prodotti a strategia dividendo che “proteggano” nelle fasi di ribasso. Crediamo che in particolare in queste fasi di grande incertezza e “montagne russe” affidarsi a gestioni attive che cerchino la qualità a un buon prezzo faccia la differenza per ottenere delle buone performance e rendimenti.

Ma questo progresso, data la situazione dell’economia e dei conti pubblici negli Usa, è giustificato?
Sì, crediamo che sia giustificato, almeno in parte, perché vediamo che l’economia degli Usa sta crescendo e continuerà a crescere anche nei prossimi mesi. Questa convinzione ci viene dall’analisi del mercato immobiliare Usa che presenta degli sviluppo particolarmente incoraggianti. È molto utile prendere come principale indicatore e anticipatore delle tendenze dell’economia Usa, il dato sugli stock immobiliari Usa, che abbiamo già usato nel 2007 per anticipare la crisi immobiliare e poi finanziaria. L’eccessiva speculativa nel settore della costruzione di immobili ad uso residenziale si tradusse nell’allungamento della disponibilità degli stock immobiliari che passò dai quattro mesi del 2004 agli oltre sette mesi del 2006. Questo tipo di aumenti storicamente indica una recessione imminente: sappiamo tutti cosa è successo dopo. Oggi, gli indicatori di stock immobiliari forniscono un quadro decisamente diverso, in quanto le scorte di immobili disponibili sono diminuite in modo significativo nel 2012 arrivando oggi sotto i quattro mesi, un livello questo che ha spesso preceduto una forte ripresa economica. Anche la disoccupazione sta rientrando piuttosto velocemente in Usa e a questi ritmi il target recentemente fissato da Ben Bernanke del 6,5% al di sotto del quale la Fed potrebbe rialzare i tassi di interesse potrebbe essere più vicino del previsto e realizzarsi intorno a metà del 2014.

In generale, come vede l’azionario in questo momento?

In un mondo in cui economia e aziende sono sempre più globali, i mercati azionari di Usa, Europa, Giappone, e Paesi emergenti sono tutti potenzialmente interessanti a patto di scegliere le aziende “giuste”, dai buoni fondamentali capaci di fare bene anche in contesti economici sfidanti. Per quanto riguarda i settori, abbiamo una preferenza per quelli rimasti finora più indietro – materie prime, titoli ciclici – mentre le banche hanno probabilmente già corso tanto e non ci aspettiamo performance straordinarie.

E l’Italia?

Bisogna investire con un’ottica globale, non conta dove sono localizzate le aziende ma dove fanno business e ricavi. Per esempio, anche aziende basate in mercati che fanno fatica, possono risultare una scelta vincente perché magari negli anni hanno messo in piedi solidi fondamentali e diversificato il proprio business. Questo è valido anche per il listino di Milano. Ci sono aziende italiane leader di settore che registrano la maggior parte dei loro profitti all’estero e che sono ingiustamente penalizzate nelle valutazioni per la loro collocazione. E torniamo al nodo cruciale in ottica di investimento. Individuare la qualità senza pregiudizi di natura geografica o settoriale.

Un estratto dell’intervista è sul numero 10 del settimanale soldi&bluerating in edicola da ieri. Per approfondire, leggi anche le interviste a Dennis Montagna, desk azioni Nord America di Arca sgr (vai qui), e a Sebastian Werner, esperto di Deutsche Asset & Wealth Management (vai qui).

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