C’è ancora valore nell’high yield. Parola di Axa IM

PARLA CHRIS IGGO – Il contesto sarà di volatilità. Ma quella dei corporate high yield sarà circa la metà di quella dell’azionario. E nel comparto dei governativi, meglio guardare agli inflation linked. Chris Iggo, cio global fixed income di Axa Investment Managers, fa sapere che non esclude di tornare a valutare l’investimento in debito italiano, ma se e solo se i rendimenti del decennale dovessero arrivare tra il 5% e il 5,25%. In assenza di governo e, di conseguenza, di qualcuno che gestisca le relazioni con la Banca centrale europea, gli investitori internazionali – tra cui Axa IM – preferiscono starne fuori. Il timore, a detta dell’esperto, è che “lo stallo politico sollevi domande sul futuro delle riforme in Italia. E questo si tradurrebbe in una nuova richiesta, da parte degli investitori, di un premio al rischio maggiore”.

AGIRE SUL DEBITO – L’Italia, secondo Iggo, dovrà agire sul debito e continuare nel processo di riforme strutturali. E sul reddito fisso? Iggo ha escluso, almeno per quest’anno, il rischio che le banche centrali chiudano i rubinetti della liquidità, anche perché la congiuntura macro non sta migliorando abbastanza rapidamente da modificare la politica monetaria. Le obbligazioni, dunque, pur senza brillare, continueranno a far bene al capitale. Il valore, in altre parole, si può trovare ancora negli high yield – corporate e obbligazionario emergente in testa – oggi cumulativamente al 35% del Global Strategic Fund, il prodotto che meglio sintetizza le idee di investimento di Axa IM.

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