Assogestioni, parla il d.g. Galli: “Il risparmio gestito cresce e ha ampi margini”

RISPUNTA LA RIPRESA – “Il 2012 è stato un anno molto difficile a livello sistemico, ma ad agosto qualcosa di profondo è cambiato, a cominciare dalla linea della Banca centrale europea”. Cosi Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni, spiega i motivi dietro al recupero della raccolta che si è registrato nei primi mesi del 2013.

Ci spieghi meglio.
Le tensioni sul sistema bancario e finanziario si sono allentate, i mercati hanno recuperato stabilità e i fondi hanno registrato una buona raccolta. Anche i risultati dei primi mesi del 2013 dimostrano che, nonostante la difficile congiuntura, i risparmiatori italiani continuano ad affidarsi ai fondi perché con mercati così nervosi è meglio ricorrere a professionisti piuttosto che ripiegare sul fai da te. Il recupero di interesse è anche frutto della capacità dell’industria di capire meglio le necessità dei risparmiatori, con prodotti sempre più adeguati alle loro necessità e aspettative.

Sul fronte del patrimonio, quali sono i margini di crescita dell’industria, dato anche il contesto di crisi?
I numeri del risparmio gestito non sono quelli di un’industria in crisi e guardando al futuro lo scenario è quello di un settore la cui crescita ha ampi margini. A febbraio abbiamo raggiunto un patrimonio record di oltre 1,2 triliardi di euro, superando i livelli più elevati del 2007. E anche la Consob ha confermato in un recente Bollettino statistico il buon momento dell’industria del risparmio gestito in assoluta controtendenza rispetto al resto del mercato. Nonostante le difficoltà delle famiglie e il calo della capacità di risparmio, il mercato italiano offre spazi di crescita proprio perché, in un contesto in cui il risparmio è diventato meno abbondante, diventa imperativo per le famiglie assicurarsi che la propria ricchezza sia impiegata al meglio. È la sfida che gestori e consulenti devono cogliere.

Quali sono le voci del risparmio gestito dalle quali arrivano i più forti segnali di vitalità?

I primi mesi dell’anno presentano risultati ancora più confortanti, con quasi 8 miliardi raccolti tra gennaio e febbraio. Tra le categorie emergono senz’altro i fondi obbligazionari e i flessibili. Qualche timido segnale comincia ad arrivare anche dalle gestioni previdenziali. Ci auguriamo che questo trend si consolidi ulteriormente.

I fondi di diritto estero continuano a fare meglio di quelli di diritto italiano. Come mai?
È un dato di fatto che i flussi di risparmio continuano ad andare sui fondi di diritto estero nonostante siano identici per trattamento fiscale e regolamentazione a quelli italiani. Bisogna ricordare che molti di questi fondi sono roundtrip (con sede in Paesi terzi, n.d.r.), e complessivamente i fondi esteri superano oggi il 70% del patrimonio dei fondi in Italia. Evidentemente certe economie di scala si sono ormai consolidate. Quello che conta comunque è mantenere in Italia una solida base di competenze gestionali, e questo prescinde dalla giurisdizione in cui si crea il fondo.

Di cosa avrebbe bisogno l’industria italiana dei fondi, a livello di intervento normativo e fiscale? E, a riguardo, quali saranno le principali novità normative e fiscali con cui l’industria dovrà fare i conti nei prossimi mesi?
Assogestioni ha manifestato più volte il massimo apprezzamento per l’inserimento nei provvedimenti legislativi dell’agosto del 2011 di una misura atta a incentivare il risparmio a lungo termine delle famiglie, assicurando parimenti maggiore stabilità nei flussi e contribuendo ad allungare l’orizzonte temporale degli investimenti in un momento di forte instabilità dei mercati. Tale norma, se opportunamente attuata, potrà migliorare l’efficienza dei portafogli, incentivandone la diversificazione e quindi il rendimento corretto per il rischio. Inoltre, entro il mese di luglio dovrebbe essere recepita la direttiva Aifm: Assogestioni ha creato una task force dedicata che ha stilato alcune proposte chiave per l’attuazione in Italia della direttiva sui gestori di fondi di investimento alternativi, così come è stato fatto per il recepimento della direttiva Ucits IV. Tra queste, sottolineo il contenimento dei costi di adeguamento, la salvaguardia delle soluzioni organizzative e procedurali nazionali e la revisione della gamma.

A livello di educazione finanziaria, quali sono le proposte di Assogestioni per rendere i risparmiatori più consapevoli, soprattutto sul fronte previdenziale?

Quello che bisogna favorire è un percorso che porti progressivamente gli italiani non tanto a risparmiare di più ma a risparmiare meglio. Il Salone del Risparmio, l’evento organizzato dall’associazione e giunto ormai alla sua quarta edizione, si pone anche questo obiettivo. Attraverso una serie di iniziative formative – come conferenze, seminari e giochi interattivi – e grazie anche alla collaborazione del Museo del Risparmio, cerchiamo di fornire ai risparmiatori le conoscenze e gli strumenti che possano incrementare le loro conoscenze soprattutto in materia di investimento di lungo termine e previdenziale.

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