Consultinvest sgr, Vitolo: la crisi di Cipro riapre il vaso di Pandora dell’euro

EFFETTO CONTAGIO – Il caso Cipro, con un nuovo coinvolgimento dei privati nel salvataggio del Paese, mina la credibilità delle promesse della Troika – Bce, Fmi e Ue – e apre la porta a un effetto contagio a catena. Parola di Maurizio Vitolo, amministratore delegato e responsabile del team di gestione di Consultinvest sgr, che parla di un “chiaro rischio per Italia e Spagna”.

PRELIEVO FORZOSO – La Troika, ricorda Vitolo, “ha stimato che quest’anno il Pil di Cipro crollerà dell’8,7% e del 3,9% nel 2014. Il governo di Nicosia dovrà quindi trovare altri 6 miliardi di euro che andranno ad aggiungersi ai 10 miliardi garantiti dagli aiuti internazionali e ai 7 miliardi messi insieme dal governo cipriota. Tale stima non fa che aggravare la situazione a livello sistemico, già compromessa dalla decisione di imporre il prelievo forzoso sui depositi superiori ai 100mila euro”. Ed è proprio sulla decisione di imporre il bail-in che il numero uno di Consultinvest sgr nutre diverse perplessità: “Dopo il Private sector involvement greco si era detto che il coinvolgimento dei privati sarebbe stato un caso eccezionale e unico. Oggi Cipro dimostra che non è necessariamente così” e che anche altri Paesi “non potranno più contare sul fatto che un coinvolgimento privato sia da escludersi poiché dipenderà dalle condizioni specifiche e dall’appetito verso il salvataggio da parte dei Paesi core dell’area euro”.

UN PRECEDENTE SIGNIFICATIVO
– Insomma, “Cipro crea il precedente per cui anche il deposito bancario diventa parte del rischio di credito che gli investitori hanno o avranno verso il sistema bancario”, il che comporta un “aumento del costo del capitale e della raccolta per la banca, in particolare in quei Paesi dove lo Stato non ha i mezzi per fungere da salvatore, proprio nel momento in cui si cerca di rilanciare il credito favorendo gli impieghi bancari”. Di fatto Cipro, osserva Vitolo, “ha potenzialmente aumentato quella frammentazione del sistema bancario che la Bce sta cercando di sconfiggere”.

DUBBI SULLA CAPACITA’ DI RIEMERGERE
– “Accettando di superare qualsiasi metrica morale sul modello economico cipriota (non molto diverso da quello svizzero, essendo basato sul segreto bancario, basse tasse e turismo, anche se più a leva) la soluzione per Cipro distrugge la sua economia basata sull’industria finanziaria e lascia fortissimi dubbi sulla sua capacità di riemergere”.

UN COSTO ELEVATO PER L’AREA EURO – Morale, conclude Vitolo: “è chiaro che la gravità della situazione cipriota lasciava poco spazio e poche opzioni percorribili alla Troika, ma è anche vero che le somme inizialmente in gioco (7 miliardi di euro) non costituivano una cifra impossibile per la Ue e che le scelte fatte hanno mostrato un elevato livello di disaffezione verso le difficoltà della periferia da parte dei Paesi del Nord Europa e una elevata approssimazione tecnico-finanziaria oltre che morale da parte della burocrazia europea, di cui il mondo politico e sociale del Sud Europa non potrà non tenere conto in futuro. Aver scelto la strada di colpire i depositi avrà un costo elevato per l’area euro poiché ha nuovamente aperto il “vaso di Pandora” dell’euro e della coesione europea e rischia di provocare in futuro danni ancora maggiori di quelli che si sono voluti evitare”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!