Alfieri (Jp Morgan AM): “Il consiglio resta cercare la cedola”

L’industria del risparmio sta vivendo un ritorno di fiducia, con gli ultimi dati pubblicati da Assogestioni che hanno mostrato segnali incoraggianti. BLUERATING ne ha parlato con Lorenzo Alfieri, country head per l’Italia di Jp Morgan AM.

Come è iniziato l’anno per Jp Morgan AM?
L’anno sta andando particolarmente bene. La nostra raccolta è molto positiva rispetto soprattutto agli ultimi tre anni. Abbiamo notato molta attenzione da parte della clientela. Da parte di tutti gli operatori interesse per i nostri fondi. A differenza di altre annate, devo dire che non c’è uno specifico canale che sembra funzionare meglio di altre.

In generale, quali segnali stanno arrivando dal mercato?
L’atteggiamento degli investitori è molto orientato a individuare dei prodotti che rispondano in modo adeguato a delle specifiche esigenze. Rispetto a prima ora è venuto meno il baluardo dell’investimento in titoli di Stato. In questo quadro, quello italiano, abbastanza complicato, stiamo guardando a soluzioni di investimento alternative. Alcuni nostri fondi, per esempio, investono in titoli che hanno come obiettivo principale quello della distribuzione dei dividendi. Prodotti di questo genere stanno piacendo molto perché rappresentano delle soluzioni interessanti che smontano un po’ alcune soluzioni tradizionali. I risparmiatori, finito un po’ l’eldorado, sono alla ricerca di prodotti alternativi, non spingendosi per forza verso prodotti rischiosi ma verso prodotti bilanciati, quelli che solitamente vengono definiti bilanciati flessibili.

Quali sono le principali sfide e i cambiamenti che l’industria del risparmio dovrà affrontare nei prossimi mesi?
La tendenza non è molto diversa da quella che abbiamo visto negli ultimi mesi. Ci sarà una maggiore attenzione all’azionario per diversificare ma ci si orienterà comunque anche verso prodotti bilanciati flessibili o verso l’obbligazionario ad alto rendimento. Sicuramente c’è una maggiore attenzione a trovare nell’azionario una redditività che in molte parti dell’obbligazionario non si trova. La tendenza è quella di passare da una porta di prodotti come per esempio i titoli ad alto dividendo che combattano l’incertezza legata ai titoli di Stato.

Lo domandiamo anche a voi: l’incertezza politica italiana vi preoccupa?
La crisi italiana non ci preoccupa più di tanto. L’atteggiamento del mercato prescinde perché ormai molti investitori lavorano su un portafoglio investito su tutti i mercati e non solo su quello italiano, guardando maggiormente al contesto internazionale.

Voi, in questo momento, come vedete l’Italia nella cornice della crisi europea? Quale idea avete?
Sicuramente rappresenta una realtà che è in un empasse, che non ha ancora trovato una soluzione per ripartire. In ogni caso è importante guardare alla dinamiche internazionali. Se guardiamo al di fuori del contesto italiano si capisce come i problemi dell’Italia acquistino minor rilevanza. In questo momento vediamo un Paese bloccato ma anche delle opportunità dal contesto internazionale, che comunque sta crescendo. In ogni caso l’Italia, soprattutto se parliamo di mercati, non è particolarmente nei guai. Piazza Affari sta beneficiando dell’enorme liquidità. Cosa diversa è parlare dell’Italia sotto il profilo economico, dove in questo momento non ci sono sintomi di rilancio della crescita ma i mercati stranieri ci stanno aiutando attraverso l’export e gli investimenti che comunque arrivano.

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