Invesco, Giuliano D’Acunti: il segreto è crescere sempre

Dopo aver chiuso il 2012 con una raccolta netta superiore ai 2 miliardi di euro, per Invesco il trend positivo prosegue anche nei primi tre mesi del 2013. Parola di Giuliano D’Acunti, head of retail distribution in Italia del gruppo, che ha evidenziato in un’intervista rilasciata a BLUERATING come questi dati dimostrino “una costanza importante nel corso del tempo che ci permette di restare al top della classifica dell’industria. Il nostro obiettivo è quello di continuare a crescere e consolidare la nostra presenza in Italia”, ha aggiunto.

In generale, quali segnali stanno arrivando dal mercato?
Il panorama economico, diventato sempre più complesso e articolato, segue delle logiche molto differenti rispetto a quanto accadeva in passato. I risultati che gli investitori si aspettano dai loro investimenti sono da ricercarsi su orizzonti temporali più ampi e con un portafoglio sempre più diversificato, correttamente adeguato al rischio. Con specifico riferimento alla clientela italiana, credo che sia sempre più evidente quanto gli investitori siano oggi più consapevoli rispetto al passato delle loro reali esigenze finanziarie e di come sia cresciuta la loro propensione nel richiedere informazioni e servizi di elevata qualità. Invesco da anni si sta muovendo in questa direzione.

Quali sono le principali sfide e i cambiamenti che l’industria del risparmio dovrà affrontare nei prossimi mesi?
Quello che può fare l’industria è certamente provare a interpretare ciò che emerge in maniera piuttosto evidente, e cioè una gran domanda di sicurezza, di richiesta di supporto per pianificare negli anni un futuro più complicato e incerto. In sintesi, si deve aiutare i risparmiatori a costruire investimenti, in linea con i loro obiettivi di lungo periodo, e un pilastro previdenziale, in grado di integrare quello che lo Stato non potrà assicurare. In Invesco, oramai da tempo, le leve che stiamo utilizzando sono volte a soddisfare questa ricerca di sicurezza, proponendo soluzioni di investimento che abbiano come obiettivo primario il concetto di efficienza, che altro non è che la massimizzazione del rapporto rischio-rendimento, quindi una buona performance con un rischio controllato.

L’incertezza politica italiana vi preoccupa?
Tutto quanto crea incertezza costituisce un elemento negativo per il mercato, e di conseguenza si riflette sullo stato d’animo dell’investitore. Nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, la situazione è indiscutibilmente più delicata, in quanto a due elementi di crisi da tempo evidenti (alto debito dello Stato ed economia in stagnazione) si è aggiunta la scarsa credibilità della classe politica, che ha affrontato e sta affrontando la crisi in maniera incerta e poco coerente. Siamo investiti sul mercato italiano sia nelle strategie obbligazionarie che azionarie, ma è evidente che guardiamo con particolare attenzione a quella che sarà l’evoluzione della crisi italiana nel corso delle prossime settimane.

Che consiglio darebbe ai risparmiatori?

Tre consigli “antichi” e utili: diversificare il più possibile, utilizzando soluzioni di investimento con strategie decorrelate in termini di rischio, e allungare l’orizzonte temporale. Essendo aumentata la speranza di vita, si ha la possibilità di aumentare l’esposizione ad asset class più rischiose per creare maggiori opportunità di rendimento. E, da ultimo, affidarsi a qualificati professionisti del settore (private banker, pf, consulenti indipendenti) per costruire nel modo più corretto le proprie scelte di investimento.

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