Lemanik, oltre la Cina c’è molto di più

“Sui mercati occidentali, consideriamo attrattivi i livelli delle valutazioni dei titoli dell’Europa periferica, ossia Grecia, Italia, Spagna e Portogallo”. A parlare è Marcel Zimmermann, advisor del Lemanik Asian Opportunity, che aggiunge: “Sul fronte asiatico, il nostro fondo punta molto su Giappone, Cina e Corea. Al contrario, consideriamo le attuali valutazioni dei titoli del Sud Est asiatico troppo alte. E questo vale per Tailandia, Indonesia e Filippine”.

Abbiamo già visto un forte rally sul debito dei mercati emergenti dopo l’annuncio della Bank of Japan. Quali scenari può comportare, anche nei confronti di esportatori come la Germania?
La banda di oscillazione dello yen prima della crisi finanziaria del 2007 era tra 100 e 140. Il flusso verso le valute forti durante la crisi ha spinto lo yen fuori da questo trading range e ha portato anche una rivalutazione delle monete emergenti. In questo contesto, considerate le manovre della Bank of Japan, ci aspettiamo anche una rottura del livello di rapporto tra dollaro statunitense e yen a quota 100. Interpretiamo la debolezza dello yen come un aggiustamento della forza avuta negli anni passati. Il problema dei concorrenti è la velocità del movimento di debolezza della moneta giapponese, che non permette o crea problemi nell’aggiustare la sua produttività a questo fenomeno.

Opportunità sull’equity?
Il mercato azionario giapponese rimane molto interessante, vista la nuova politica espansiva della BoJ. La debolezza dello yen sicuramente mette sotto pressione i margini dei concorrenti asiatici e ci aspettiamo una sottoperformance relativa dell’Asia-ex Giappone. L’erosione dei margini in Asia potrebbe accelerare la tendenza di medio termine di ulteriore outsourcing verso Paesi come Vietnam, Laos e Bangladesh.

Quali sono i settori da preferire, dal suo punto di vista? Cosa ci può dire?
La reflazione dell’economia giapponese dovrebbe spingere gli investitori alla ricerca di asset con una protezione verso i rischi inflazionistici. Tra i settori preferiti c’è l’immobiliare giapponese, ma ci aspettiamo anche una ripresa del consumo interno e un aumento dell’attività di m&a nel settore finanziario. La debolezza dello yen dovrebbe accelerare al di fuori del Giappone gli investimenti nell’aumento della produttività industriale, con un impatto positivo sul settore dell’automatizzazione in Giappone. In Asia, il rafforzamento delle valute locali e i tassi d’interessi attrattivi lasciano spazio a ulteriori rialzi nei settori domestici come i consumi, i servizi, l’immobiliare e l’assicurativo. La Cina ha attualmente valutazioni azionarie al livello del 2008, riflettendo il rallentamento economico del Paesi. Comunque, a medio termine la crescita importante della classe media creerà il più importante mercato asiatico, e dovrebbe riflettersi con un peso importante sull’asset allocation regionale.

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