Deutsche AWM: come sfuggire dalla trappola dei rendimenti

ANCORA MONITORATA – “L’eurozona è uscita dalla ‘terapia intensiva’ grazie all’assistenza in liquidità fornita dalla Banca centrale europea. Però, pur in presenza di una lenta ripresa, l’unione monetaria è ancora ‘monitorata’”. Lo scrivono Asoka Woehrmann e Randy Brown, condirettori investimenti di Deutsche Asset & Wealth Management, sul loro outlook di mercato a livello globale. “Adesso probabilmente la stagnazione economica prevista all’inizio dell’anno non è raggiungibile, ed è plausibile che nel 2013 si registri un calo dello 0,25% del Pil. Con ogni probabilità, l’Italia darà un notevole contributo a questa piccola recessione”.

IL PESO DELL’ITALIA – Dopo il risultato poco chiaro delle elezioni e le prolungate difficoltà nella formazione del nuovo governo, gli esperti prevedono per il nostro Paese una flessione del Pil dell’1,5% rispetto alla precedente stima del -0,5%. In Germania il quadro è più roseo: l’economia dovrebbe continuare a crescere dello 0,75%, mentre in Francia – il secondo Paese dell’eurozona – nel 2013 probabilmente il Pil sarà stagnante. “Considerando la crisi economica, è ancora più importante che la Bce riesca a risolvere la stretta creditizia nei Paesi periferici“.

LA POLITICA MONETARIA – Inoltre si è nuovamente riaffacciato il dibattito su un ulteriore alleggerimento della politica monetaria. “La Banca centrale europea si preoccupa del fatto che le piccole e medie imprese dei Paesi periferici stiano trovando difficoltà ad accedere al credito, che quando è disponibile viene concesso a termini sfavorevoli. Di conseguenza”, continuano gli esperti, “si sta prendendo in considerazione un programma di credito per le aziende di medie dimensioni, come misura di sostegno all’economia reale. La Bce sta ancora puntando alla riduzione degli spread sui tassi di interesse tra i Paesi centrali e periferici dell’eurozona“.

ATTENZIONE AL DIFFERENZIALE – “Dunque si potrà beneficiare sia dei rendimenti elevati che del restringimento dello spread. L’obiettivo, però, non dovrebbero essere solo i titoli di Stato e le obbligazioni societarie dell’eurozona. Anche i covered bond della periferia offrono rendimenti attraenti, che superano il tasso di inflazione europeo. La tendenza a passare dai titoli di Stato sicuri alle emissioni sovrane dei Paesi periferici, alle obbligazioni societarie europee e dei Paesi emergenti e alle high yield probabilmente proseguirà”, concludono i due manager.

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