Invesco, il manager Scotte Wolle: un bilanciato è per tutte le stagioni

IL FONDO BILANCIATO – Un fondo bilanciato che può essere l’unico prodotto per tutti i risparmi della famiglia oppure il fulcro intorno al quale aggregare altre diverse fonti di alpha, sia tramite fondi specializzati di tipo azionario che per mezzo di comparti a indirizzo obbligazionario. Questo è il biglietto da visita dell’Invesco Balanced-Risk Allocation Fund. Scotte Wolle, cio del team Invesco Global Asset Allocation ha risposto ad alcune domande sul prodotto.

Com’è articolato il processo di controllo del rischio di portafoglio del fondo?

Il fondo Ibra adotta la cosiddetta strategia risk parity, un approccio innovativo che si fonda sulla ponderazione di ogni tipo di asset class (azioni, bond e commodity), in maniera tale che ciascuna di esse apporti al portafoglio una percentuale di rischio paritaria. E da qui deriva il nome di risk parity. L’obiettivo è quello di ottimizzare il mix degli attivi in portafoglio adeguandolo alle diverse fasi del ciclo economico. Ma c’è di più. Il team di gestione del comparto, basato ad Atlanta, nell’allestire il portafoglio tende a combinare la strategia di allocazione e perfomance di lungo periodo con una gestione di tipo tattico, tramite la quale garantire il più rigoroso controllo del rischio su base giornaliera.

Quali sono le differenze rispetto ai tradizionali portafogli bilanciati?

Mentre i fondi bilanciati tradizionali sono dominati dal rischio azionario, in quanto l’andamento dei mercati azionari può produrre perdite anche ingenti in particolari fasi congiunturali di mercato di tipo inflazionistiche e di recessione, l’approccio risk parity del Invesco Balanced-Risk Allocation Fund rende la performance molto meno dipendente dai mercati finanziari grazie al principio di equa distribuzione del rischio tra le classi di attivo. Tale ripartizione dinamica rappresenta la variabile indipendente per definire l’allocazione di portafoglio da investire: ciò permette di attenuare i rischi che l’eventuale sottoperformance di una specifica asset class possa incidere eccessivamente sulla performance complessiva del comparto.

A quale tipo di investitore può essere consigliato questo fondo?
È indubbio che la volatilità dei mercati finanziari ha fatto sì che il concetto di rischio sia ormai nella mente di tutti (operatori finanziari e investitori), e che venga di conseguenza considerato come la variabile principale nelle scelte di investimento. Risulta pertanto essere determinante la capacità di trovare delle risposte al bisogno di sicurezza del cliente. A tal riguardo, la risposta di Invesco si basa su di una strategia innovativa, chiamata risk parity (equalizzazione del rischio, n.d.r.), ormai presente sul mercato italiano da oltre tre anni, e da più di dieci sulla clientela istituzionale americana. Per le sue peculiarità, Ibra si candida come strumento core (cioè il fulcro) nei portafogli della clientela favorendo la gestione nei diversi contesti di mercato (recessione, crescita non inflazionistica e crescita inflazionistica): per ottimizzare la diversificazione del rischio e le performance è poi possibile affiancare soluzioni tattiche (azionarie, obbligazionarie, absolute return), a seconda dei differenti contesti di mercato.

Quali sono le classi di attività chiave nel portafoglio?
Ribadiamo che il nostro portafoglio è basato sul bilanciamento del rischio tramite l’equa ripartizione delle diverse classi di attività, ognuna delle quali svolge un ruolo differente e assume un andamento distintivo nei diversi contesti di mercato. Per questo motivo, ogni classe di attivo gioca un ruolo chiave nel portafoglio: le azioni per i periodi di crescita non inflazionistica, le materie prime nelle fasi di crescita inflazionistica e i titoli di Stato a lunga scadenza, come l’ammortizzatori durante i periodi di recessione.

Quali sono le più importanti decisioni di investimento del portafoglio?
La nostra allocazione strategica (di lungo periodo) si basa su una matrice di varianza-covarianza esponenziale ponderata che guarda alla volatilità storica e alle stime di correlazione. I nostri spostamenti tattici (di breve termine) sono basati su modelli proprietari che valutano l’attrattività di ciascuna attività, il contesto economico e andamento del mercato. Entrambi gli approcci sono puramente quantitativi, progettati per evitare scelte d’investimento emotive al fine di adottare decisioni coerenti e sistematiche.

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