Bnp Paribas IP: restare neutrali sull’azionario, bene l’immobiliare Usa

NEUTRALI SULL’AZIONARIO – I mercati azionari stanno attraversando una fase di nervosismo poiché paradossalmente l’arrivo di buone notizie economiche potrebbe avere effetti negativi (inasprimento della politica monetaria) e le dichiarazioni delle banche centrali incidono in misura maggiore sui mercati. In una situazione come questa, spiega Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas Investment Partners, “preferiamo mantenere una posizione complessivamente neutra nel comparto azionario”.

SOVRAPPESO SULL’IMMOBILIARE USA – Sul mercato degli Usa in particolare, “siamo passati ad una posizione sovrappesata nel settore immobiliare rispetto alle azioni. Infatti, il miglioramento dell’occupazione è favorevole per la domanda di abitazioni, mentre la bassa percentuale di locali inoccupati e gli investimenti modesti per la costruzione di nuovi immobili rappresentano ulteriori fattori positivi. A nostro avviso, la caccia ai rendimenti da parte degli investitori dovrebbe favorire questa classe di attivo. Inoltre, dopo la recente flessione dei prezzi, i titoli immobiliari non paiono più cari rispetto alle azioni Usa. Secondo le nostre stime, la crescita dei proventi derivanti da locazioni in questo settore si rivelerà più interessante dell’incremento degli utili per le società quotate. Il calo dell’inflazione attesa ci ha indotto a realizzare i profitti maturati sui titoli indicizzati sui prezzi al consumo (in posizione sottopesata in portafoglio). Al momento, i prezzi di mercato integrano un’inflazione appena superiore all’1,3% per i prossimi quattro anni e all’1,7% per i prossimi 10 anni.

DURATION LUNGA SUI BUND TEDESCHI – La banca, spiega l’esperta, “è passata ad una posizione di duration lunga sui Bund tedeschi, dopo il calo delle quotazioni favorito dalla recente ondata di vendite sui titoli di Stato. Poco realisticamente, al momento il mercato integra nelle quotazioni un inasprimento dei tassi della Bce nel giro dei prossimi due anni. Questi titoli restano estremamente cari ai livelli attuali – e potrebbero subire una correzione nel lungo periodo – ma al momento stiamo dando maggiore importanza alle previsioni di crescita particolarmente deboli in Europa nel breve periodo e quindi alla necessità che i tassi della banca centrale restino bassi”.

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