INFLAZIONE IN CALO – L’allontanamento della minaccia inflazionistica tende a placare i mercati, ma non è tutto oro quello che luccica. Secondo Didier Saint-Georges, membro del comitato investimenti di Carmignac Gestion, il calo dell’inflazione in atto in Europa può essere infatti “assimilato a quello sperimentato dal Giappone dopo la sua crisi agli inizi degli anni Novanta”. Nel Vecchio Continente infatti, “la frenata dei prezzi è oggi accompagnata da una persistente recessione economica, dall’esplosione della disoccupazione e da un’incapacità di ridurre il livello di indebitamento pubblico. L’Europa farebbe bene quindi a non aspettare di impantanarsi in una deflazione cronica, imparando tre lezioni dall’esperienza giapponese: impedire il protrarsi delle tendenze deflazioniste, attuare politiche ambiziose e, soprattutto, coordinare gli sforzi”.
ESSERE AMBIZIOSI - “Il forte trauma provocato sugli operatori economici da una crisi di sovraindebitamento è un altro degli insegnamenti che ci vengono dall’esperienza giapponese. In questo contesto, una cura shock di fiducia è assolutamente necessaria per uscire da una recessione connessa alla riduzione dell’indebitamento. È qui che il Giappone ha fallito nel decennio passato. Ed è qui che oggi inciampano i governi europei, per mancanza di ambizione”.
MANTENERE UN APPROCCIO COORDINATO - Infine, sul fronte monetario, l’Europa dovrà concentrare i propri sforzi verso un maggiore coordinamento (e a termine, verso una maggiore “integrazione”) delle politiche economiche. La terza “freccia all’arco” del progetto giapponese, che consiste nell’accompagnare gli stimoli di bilancio e monetari con un solido programma di riforme strutturali (ancora da definire), è assolutamente decisiva e dovrebbe essere fonte di ispirazione per i leader europei. Riforme del mercato del lavoro, deregolamentazione dei settori protetti, riforma del sistema pensionistico, coordinamento delle politiche industriali sono altrettanti imperativi per l’Europa.