Risparmio gestito, la lezione di Allianz Global Investors: non esistono asset sicuri

DUE GIORNI A LONDRA – La due giorni a Londra di Allianz Global Investors (316 miliardi di euro di asset under management a livello globale al 31 marzo 2013, n.d.r.), organizzata per incontrare gli investitori e i giornalisti di ogni parte del mondo, inizia significativamente con un intervento del professor Richard Portes, docente di economia alla London Business School e fondatore e presidente del Centre for economic policy research (Cepr). Un intervento dal quale si evince che, alla fine della fiera, non esistono asset sicuri. Tradotto: non si può investire credendo di non correre alcun rischio e magari di poter portare a casa ritorni soddisfacenti.

 
FARE I CONTI CON IL RISCHIO – Per usare le parole di James Dilworth, ceo di Allianz Global Investors Europe, “assumersi il rischio in modo intelligente sarà una necessità, non un’opzione”. L’evento di due giorni, a Londra da mercoledì 19 giugno a giovedì 20, ha un titolo che in italiano suona così: “equilibri e cambiamenti nell’economia globale”. Ma è il rischio il tema centrale. Assodato che non esistono asset – azioni, obbligazioni, materie prime, liquidità, valute, real estate – che rendono in modo soddisfacente e che al contempo sono a rischio nullo o quasi, la soluzione per chi vuole investire in maniera fruttuosa è prendere consapevolezza del rischio connesso a ogni asset class e imparare a gestirlo in modo intelligente. 
James Dilworth, ceo di Allianz Global Investors Europe
PAROLA D’ORDINE: DIVERSIFICARE – In questo contesto, aggiunge Andreas Utermann, global cio e co-head di Allianz Global Investors, gli investitori dovrebbero provare a restare il più flessibili possibile. Più importante che mai è un approcco flessibile all’allocazione del proprio denaro, che colga le opportunità beta delle varie asset class e le componenti alpha. Il capo dell’asset allocation strategies di Allianz Global Investors Solutions Wolfgang Mader, dal canto suo, sottolinea che “gli investitori devono mettere in atto una diversificazione globale e ampia fra i vari fattori di rischio e devono adottare tecniche di gestione dinamica del rischio stesso”.
 
IL POTENZIALE DELL’ASIA – E poi c’è l’Asia. David Tan, chief investment officer, fixed income Asia Pacific, è molto chiaro sul punto: “Le obbligazioni asiatiche offrono agli investitori un’opportunità unica di diversificare fuori dai problemi strutturali nel debito sovrano delle economie sviluppate, dal momento che i Paesi asiatici non sono pienamente correlati ai mercati sviluppati”. Christina Chung, senior portfolio manager chinese Equities, illustra invece le ragioni per investire nell’azionario cinese, alla luce del potenziale della domanda domestica, degli utili del settore industriale in ripresa e delle valutazioni attraenti.
 
Andreas Utermann, global cio di Allianz Global Investors
 
NON SOLO DEBITO IN EUROPA – Infine, l’Europa. Thorsten Winkelmann, senior portfolio manager European equities, è dell’avviso che bisogna “selezionare meglio l’esposizione globale attraverso settori e compagnie che beneficiano delle migliori tendenze di crescita a livello globale e che sono caratterizzati da alte barriere all’ingresso con un forte potere di apprezzamento”. L’altro aspetto da guardare è la crescita sostenibile degli utili, insieme alla qualità del business. Andrew Neville, global small cap portfolio manager, si concentra appunto sul locale, con le imprese a piccola capitalizzazione che in periodi di crisi mostrano una marcia in più dal momento che riescono a finanziare la loro crescita senza ricorrere ai tradizionali canali del credito, le banche in prima linea. Sono l’esempio perfetto dei benefici della diversificazione, dato che sono più rischiose e volatili ma compensano la quota aggiuntiva di rischio con i ritorni. 

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